Nuovo centro colibrì, a Marina Monassi la gestione dei soldi

Decisione a sorpresa: l’Autorità portuale ente di riferimento e Margherita Hack a capo di un’associazione di garanzia

 Dove finiscono i colibrì di Miramare? Sotto la gestione dell’Autorità portuale. Ennesimo colpo di scena per il centro di Miramare sfrattato e indebitato. L’Autorita portuale gestirà la parte economico-amministrativa del nuovo soggetto che, fattosi da parte Stefano Rimoli che rimarrà consulente scientifico con la sua équipe, prenderà in mano la colonia dei volatili, o la ventina che resterà degli 80 uccellini, dopo le vendite effettuate per risarcire lo Stato.
 

Scoprire che Marina Monassi, presidente dell’Autorità portuale, era in Prefettura l’altro giorno per l’assunzione di regìa della “voliera-caso nazionale” (gestirà finanziamenti, contabilità, sponsor), non esaurisce le ultime novità.
 

In questi giorni Margherita Hack, da sempre paladina del caso, è diventata responsabile di un nuovo Centro colibrì, registrato con atto notarile. La scienziata è anche la virtuale proprietaria di una ventina di esemplari, che prenderanno però la via dell’Acquario di Genova. I soldi, circa 35 mila euro girati allo Stato a saldo dei debiti, sono stati donati da un terzo protagonista: la Costa Eduitmnent di Genova, che gestisce l’Acquario, e che esporrà gli animaletti in voliera, tenendone un’altra parte protetta, a favorire la riproduzione come a Trieste, sempre sotto la vigilanza di Rimoli. Che a questo punto rimane, con veterinari e volontari, l’unico autorizzato a occuparsi di cibo e salute dei mini-uccelli, ma che perde la paternità del centro.

«Il nuovo Centro - dice Hack - avrà la responsabilità burocratica e scientifica, sarà un garante, ma sarà Rimoli a curare le serre. I colibrì che restano a Trieste sono proprietà dello Stato, gli altri virtualmente di mia proprietà». I piccoli triestini sono sotto sequestro della Magistratura. Pur in tante e lunghe disgrazie, Rimoli è felicissimo: «Ho fatto anche tre passi indietro, ma ho ottenuto che la gestione scientifica resti a me e ai miei specialisti, di cui è stata riconosciuta la competenza, io sarò un semplice consulente, e senza stipendio, ma va bene così, mi basta occuparmi degli animali». Rimoli ne rivela ancora un’altra: altri colibrì sono stati venduti a un grande zoo di uccelli ad Amburgo, dove è stato stanziato un milione e mezzo di euro per costruire una nuova struttura.

Non è mica finita. Attorno girano (sparita la Casa delle farfalle di Bordano) sia l’Università di Udine e sia il Comune di Matelica con l’Università di Camerino, a sua volta in contatto con la Costa e con un’Oasi specializzata di Pavia dove pure potrebbero essere spediti dei colibrì. Tutti costoro entreranno in un consorzio. Colibrì dappertutto.
 

A favorire il contatto tra Miramare e Monassi è stato Piero Susmel, docente di alimentazione animale all’Università di Udine e storico consulente di Rimoli, oltre che amico di Sgarbi (che portò il caso colibrì a Berlusconi). E Susmel non esclude che un domani l’Autorità portuale possa trasferire i colibrì in Porto vecchio, mentre ora sono destinati alle nuove serre di Miramare, per cui arriverà 1 milione e 200 mila euro dallo Stato.

Insorge il soprintendente Luca Caburlotto: «La pratica a marzo è stata avocata dal direttore Martines, ma responsabile del parco e di chi all’interno agisce sono sempre io. A meno che non mi si voglia togliere l’intero incarico, e allora poi vediamo».

 

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