Nuovo Burlo a Cattinara: il trasferimento nel 2021

Scannapieco definisce tempi e modi dell’operazione finalizzata allo sviluppo. «A fine mese la sentenza al Tar. Salvo intoppi il cantiere apre a dicembre»
Il rendering del nuovo Burlo che nascerà a Cattinara
Il rendering del nuovo Burlo che nascerà a Cattinara

TRIESTE Scatterà a fine mese l’operazione Burlo 2. Se il Tar non decreterà la sospensiva, a seguito dei due ricorsi presentati sui quali la sentenza è prevista entro marzo, l’associazione temporanea di imprese cappeggiata dalla cooperativa Clea che ha vinto la gara d’appalto procederà con la progettazione esecutiva e a fine anno potranno partire i lavori. Un investimento di 60 milioni di euro solo per la realizzazione delle opere edili del nuovo ospedale pediatrico a Cattinara (mentre altri 80 saranno assorbiti dal raddoppio dell’ospedale generale) che costituisce lo scheletro di un vero e proprio piano di rilancio in cui la nuova governance del Burlo è fortemente impegnata dopo lo scadimento d’immagine, oltre che di contenuti, degli ultimi anni.

Il nuovo Burlo a Cattinara nel 2021

La cornice dell’operazione, sorretta dagli obiettivi complessivi della programmazione regionale oltre che delle motivazioni professionali che ne sono alla base, viene tracciata dal direttore generale Gianluigi Scannapieco nell’ambito di un forum nella redazione del Piccolo. «Entro la fine del mese - annuncia Scannapieco - vi sarà il pronunciamento del Tar. Il cronoprogramma originario prevedeva l’apertura del cantiere a giugno, il ricorso ha posticipato i tempi, ma non di molto. La causa amministrativa si è già svolta, manca la sentenza che sarà emessa entro marzo, ma solo la sospensiva potrebbe provocare un ulteriore slittamento, altrimenti si parte.

E i lavori potranno verosimilmente incominciare a dicembre. Nella gara uno degli elementi determinanti con cui veniva giudicata l’offerta era la tempistica. Questo non consentirà di trovare cavilli per posticipare i tempi per cui a fine 2021 dovrebbe incominciare il trasloco. La maggior parte del tempo viene persa nella fase burocratica, oserei dire che i lavori siano il meno. O meglio, il tempo che sarà necessario può essere considerato ragionevole».

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Il rendering del progetto

Per 5 anni intanto il Burlo rimarrà comunque sospeso tra presente e futuro. Come sarà utilizzato questo tempo? «Dal modello organizzativo agli investimenti - spiega il direttore generale - tutto sarà fatto in prospettiva. Anche perché ciò che rimarrà in via dell’Istria non sarà comunque una nuova struttura sanitaria. Si tratta dunque di aprire un percorso nuovo dove certamente gli investimenti per la sicurezza e per il rinnovo delle attrezzature non saranno lesinati e limitati, ma dove non si andranno a far partire lavori di fondo nella vecchia sede non strettamente necessari. Nonostante tutto, recentemente siamo intervenuti sul Pronto soccorso e migliorie importanti stanno per essere attuate nel reparto di Ostetricia e ginecologia dove la parte alberghiera è decisamente carente. Dobbiamo agire come chi si accinge a cambiare casa: non facciamo il marmorino in tutte le stanze, ma ripariamo subito l’impianto elettrico se è difettoso».

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L’ospedale di Cattinara

Scannapieco si proietta già sul Burlo di Cattinara: «Ci sarà un’unica struttura di Ostetricia e ginecologia. Stiamo già approntando i modelli organizzativi nell’ottica del trasloco. La questione del Laboratorio di analisi strumentalmente contestata in queste ultime settimane va già in questa direzione. Oltretutto, quando andremo a Cattinara, i prelievi li manderemo al Maggiore perché là ci sarà il laboratorio specializzato. Inoltre stiamo facendo una serie di integrazioni con l’ospedale di Cattinara anche per quanto riguarda la parte clinica: ad esempio alcuni loro anestesisti vengono anche al Burlo, facciamo girare in entrambe le strutture gli specializzandi, per quanto riguarda odontoiatria e cardiologia l’integrazione è già più che avviata. Lavorare in sinergia è il fatto più naturale che esista e alla base di tutto non c’è solo la questione della scarsità di risorse, ma anche un’esigenza più generale di integrare il sistema.

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Altrimenti per poter garantire soltanto le guardie notturne o festive, ci sarebbe bisogno di personale completo in ogni reparto, Con personale che rischia di non fare nulla appunto se non la guardia e alla fine di sentirsi demotivato. Modelli organizzativi analoghi sono applicati da tempo per esempio a Padova con attività a scavalco. L’integrazione la considero poi più che logica, quasi automatica, per quanto riguarda la parte amministrativa. La do per scontata per molte cose, tra le quali fare le buste paga».

«Il Burlo è vissuto a Trieste in modo passionale - conclude Scannapieco - e anche dietro a questioni puramente tecniche com’è quella del Laboratorio di analisi, si vedono complotti che sono ben lungi dall’esistere».

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