Nuovo balzo dei contagi in Italia, sempre più regioni in arancione e rosso

Stop a bar e ristoranti in Piemonte e Lombardia. La Liguria torna gialla. La ministra Gelmini: «Subito un tavolo per garantire ristori immediati»
epa08874920 A picture made available on 10 December 2020 shows a doctors wearing protective gear during their visit at the intensive care unit of Szent Janos Hospital treating COVID-19 patients during the pandemic of new coronavirus COVID-19 in Budapest, Hungary, 09 December 2020. EPA/Zoltan Balogh HUNGARY OUT
epa08874920 A picture made available on 10 December 2020 shows a doctors wearing protective gear during their visit at the intensive care unit of Szent Janos Hospital treating COVID-19 patients during the pandemic of new coronavirus COVID-19 in Budapest, Hungary, 09 December 2020. EPA/Zoltan Balogh HUNGARY OUT

ROMA La fotografia del nuovo monitoraggio è vecchia di una settimana, prima che l’epidemia mettesse il turbo, facendo segnare ieri 20.499 contagi, cinquemila in più di quelli che si contavano solo sette giorni fa. Ma anche così più di mezza Italia si tinge di giallo-rosso. E continuando di questo passo la prossima settimana delle 10 regioni ancora in ballo ne resteranno ben poche perché le varianti stanno diventando prevalenti nel Paese spingendo sempre più su la curva dei contagi e più in giù quella del consenso alle riaperture di bar e ristoranti caldeggiate da Salvini.

Ma non dai suoi ministri, che nel Cdm di ieri si sono guardati beni dal rilanciare la proposta, allineandosi alla “linea Speranza”, condivisa dal Premier Draghi, che è quella di reiterare senza allentamenti di sorta il Dpcm in scadenza il 5 marzo, che a questo punto dovrebbe essere varato lunedì. Dopo aver ricevuto il parere del Cts sulla scuola e le osservazioni dei governatori sulla bozza di articolato. Che proprio sulla didattica questa volta potrebbero convergere verso l’idea di chiudere le scuole di ogni ordine e grado nelle regioni rosse ed arancioni, portando tutto in Dad. Anche se per ora la bozza di Dpcm trasmessa ieri sera alle regioni conferma le lezioni in presenza almeno per il 50% degli studenti delle superiori.

Le uniche riaperture previste dal decreto riguardano le visite a musei e parchi archeologici anche nei fine settimana, ma solo con prenotazioni on line il giorno prima e quelle di cinema e teatri dal 27 marzo, ma con i rigidi protocolli di sicurezza stabiliti dal Cts: tre posti vuoti ogni poltrona occupata e preassegnata, massimo 500 spettatori al chiuso e 1.500 all’aperto mascherina sempre tirata su.

Per il resto la bozza di Dpcm trasmessa ieri alle regioni conferma il sistema a semaforo, con in aggiunta la chiusura di barbierie parrucchieri nelle regioni rosse. Sperando che il sistema dei colori riesca a frenare la crescita dei contagi. Cosa non scontata, visto che fino ad oggi se nelle zone rosse si è rilevata una diminuzione di un terzi dei casi, in quella arancione non si è nemmeno raggiunto i 20% e in quelle gialle il risultato è stato irrisorio: poco più dell’1,1% in meno dei contagi.

«Abbiamo stabilito un cambio di metodo facendo partire i cambi di fascia dal lunedì senza intaccare il week end» afferma il ministro degli affari regionali, MariaStella Gelmini. Che poi, rimarca l’importanza delle prime riaperture a favore di arte e spettacolo, mentre «sarà istituito un tavolo tecnico per rivedere i 21 parametri oggetto del monitoraggio e si sta cercando un’intesa con le regioni per garantire ristori immediati».

Intanto però da lunedì, quando entreranno in vigore le nuove Ordinanze di Speranza, in giallo resteranno solo 10 regioni. Questo perché in base ai dati del monitoraggio di ieri, relativo alla settimana dal 15 al 21 febbraio, passa direttamente dal giallo al rosso lockdown la Basilicata, che finisce nello “scenario 3”, quello dove l’Rt, l’indice di contagi supera il livello di massima sicurezza di 1,25. A sua volta il piccolo Molise ha chiesto e ovviamente ottenuto di entrare nella fascia di massima sicurezza dove chiudono anche i negozi non essenziali e si può uscire solo per motivi di stretta necessità. Questo pur avendo ancora i numeri per restare in arancione. Le due regioni si aggiungono così a Bolzano che in rosso ci era già.

Passano invece dalla fascia gialla a quella arancione dove bar e ristoranti restano chiusi anche di giorno la Lombardia, il Piemonte e le Marche, che si aggiungono così ad Abruzzo, Campania, Emilia Romagna. Toscana, Provincia autonoma di Trento e Umbria. La Liguria torna invece gialla, mentre si salva il Lazio che, nonostante i numeri in peggioramento resta appena al di sotto della soglia di sicurezza dell’Rt pari a 1.

Unici a festeggiare gli abitanti della Sardegna, che dal 1° marzo fanno il loro ingresso nella fascia bianca dove tutto riapre e restano solo coprifuoco, mascherine e distanziamento.

Dietro i cambi di colore c’è comunque tutta una situazione in peggioramento, con il solo Rt nazionale che resta stabile allo 0,99, un pelo sotto la soglia di sicurezza di uno e con 10 regioni che hanno già superato l’asticella. Intanto sindaci e governatori impugnano anche loro il pennello per colorare provincie e comuni di rosso o arancio scuro. Colore del quale si tinge oggi tutta la provincia di Bologna con scuole chiuse e divieto di spostamento anche all’interno del proprio comune, mentre a Brescia si chiudono i parchi in attesa di misure più drastiche e nelle Marche, così come in Campania, si passa alle lezioni a distanza. Prove generale della serrata scolastica che il governo potrebbe decidere a breve su suggerimento del Cts. —




 

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