Nuovi vandali nella scuola di via Fianona

L’elementare slovena, chiusa da quindici anni, affonda nel degrado. Mancano fondi per ristrutturarla
Di Micol Brusaferro
Lasorte Trieste 18/05/15 - Via Fianona, Ex Scuola Slovena
Lasorte Trieste 18/05/15 - Via Fianona, Ex Scuola Slovena

Bruciata, saccheggiata, danneggiata, abbandonata, teatro di atti vandalici e spesso rifugio per senzatetto. È la triste storia della scuola elementare slovena di via Fianona, chiusa da quindici anni e nelle ultime settimane meta di nuove incursioni da parte di inquilini irregolari, segnalati da chi abita e lavora nella zona.

Per l’edificio di tre piani, con un ampio cortile nella parte antistante e un grande giardino alberato dal lato opposto, per ora non esiste nessun progetto di recupero o sistemazione. Troppi i lavori necessari per riaprirla o renderla almeno in parte agibile, anche per attività di diverso tipo, ipotizzate alcuni anni fa. Lo sventurato percorso che ha portato alla situazione attuale è iniziato nel 2000, con un incendio scoppiato in alcune sale e la conseguente chiusura della scuola, e lo spostamento degli alunni in altre sedi. «Negli ultimi quattro anni abbiamo cercato di affittarla ad associazioni che avrebbero fatto anche lavori di adeguamento, ma purtroppo le loro possibilità economiche erano inferiori alla ristrutturazione, che necessita di oltre 300mila euro - spiegano dagli uffici del Comune, ente proprietario dell’immobile - abbiamo pensato anche di riaprirla come scuola materna per il comprensorio scolastico di zona, in accordo con il direttore scolastico dell’Istituto comprensivo, ma anche in questo caso i fondi economici del Comune non hanno consentito ulteriori spese. Periodicamente comunque vengono effettuati interventi di pulizia, taglio rami e sfalcio dell’erba grazie alla convenzione con la casa circondariale e i cassintegrati. Non si contano invece le volte che siamo intervenuti per sanare le intromissioni di estranei». Uno degli episodi più eclatanti, che aveva visto l’intervento delle forze dell’ordine, risale al 2012, quando vennero “sfrattati” tredici cittadini rumeni che vivevano nelle aule e avevano portato all’interno materassi e mobili. Tracce di passaggi recenti si notano ancora dalla porta d’ingresso, con rifiuti e abbigliamento abbandonati sul pavimento, mentre da un lato della palazzina spuntano banchi e sedie tra i cespugli, gettati probabilmente da una delle finestre del primo piano. All’ingresso è chiara ancora la dicitura Scuola elementare Jakob Ukmar, l’ingresso è chiuso da una spessa catena con alcuni lucchetti. Ma se il portone è invalicabile, nella recinzione che corre lungo il perimetro del giardino si scorgono grandi varchi nella rete, da dove qualcuno si è introdotto per raggiungere la parte retrostante dell’edificio, il cui destino per il momento resta incerto. «Il bene non può andare all’asta - precisano ancora gli uffici competenti -, senza un consistente finanziamento il Comune attualmente non è in grado di effettuare le riparazioni del caso. È stata monitorata anche la possibilità di fruire di progetti europei per finanziare nuove gestioni scolastiche, ma senza successo».

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