Nuovi scioperi per l’integrativo di Fincantieri

Varato dalla Fiom un pacchetto di 16 ore da effettuare il mese prossimo. Primo stop nazionale il 2 ottobre

Picchi di lavoro, di commesse e attività che in cantiere stanno mettendo a dura prova lavoratori, organizzazione e logistica. Questo forse uno dei motivi alla base di quanto accaduto a Panzano giovedì sera, dove una gru è finita contro una catasta di materiale e anche a fine agosto con il mezzo che ha urtato contro una recinzione. Non bastasse la tensione sul lavoro dopo l’incidente, c’è anche quella sindacale a causa delle trattative in corso sul fronte del rinnovo dell’integrativo. Il Coordinamento nazionale Fiom di Fincantieri, riunitosi nei giorni scorsi a Palermo, ha dichiarato un pacchetto di 16 ore di sciopero da effettuare in tutti gli stabilimenti del gruppo entro il mese di ottobre «a sostegno della garanzia occupazionale in tutti i cantieri italiani, contro la disdetta degli accordi che penalizzano pesantemente i lavoratori sul salario e a sostegno della piattaforma per il rinnovo dell’integrativo aziendale, a partire dalla diminuzione e dalla regolazione del lavoro in appalto». Almeno 4 delle 16 ore di sciopero, saranno effettuate contemporaneamente in tutti i cantieri il 2 ottobre. Inoltre il Coordinamento ha dato mandato alla Fiom nazionale di preparare una manifestazione nazionale di tutto il gruppo.Un clima torrido che sta mettendo a dura prova anche i rapporti tra i lavoratori dei singoli cantieri. Perché Monfalcone assieme a Marghera e Ancona hanno lavoro sino al 2025.

Tutt’altro panorama al Sud dove Palermo e Castellammare di Stabia sono messi in discussione. Una situazione emersa dal coordinamento nazionale che si è riunito «per indire nuove azioni di lotta» ha detto Bruno Papignani, coordinatore nazionale Fiom.

«Siamo disponibili a riaprire con Fincantieri la discussione sul contratto integrativo aziendale, disdettato dall’azienda - ha aggiunto - È inaccettabile che i lavoratori rischiano di avere 3mila euro in meno. Per noi non è solo una questione soldi, chiediamo di tornare a confrontarci con le richieste che riguardano i carichi di lavoro, il sottosalario, la giungla di appalti e subappalti, causa dell’inefficienza e scarsa produttività che l’azienda tende a scaricare sui lavoratori». I cantieri del Sud, mettono in guardia i sindacati, non possono essere penalizzati. Non si può andare a due velocità, non possono esistere alcuni cantieri garantiti. E altri no.

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