Nuovi poveri a Trieste, ottomila “sos” al Comune

Nell’ultimo anno erogati più di 6milioni di euro sotto forma di sussidi economici alle famiglie che non arrivano a fine mese

TRIESTE L’arrivo della crisi economica, prima. L’esplosione delle nuove povertà, poi. L’emergenza sociale non risparmia Trieste e i triestini: sono ottomila le persone che, solo nell’ultimo anno solare, hanno bussato alle porte del Comune inoltrando domanda di un sostegno economico e ricevendo complessivamente più di 6 milioni di euro.

Molti beneficiari sono singoli cittadini o interi nuclei familiari che, fino a poco tempo fa, conducevano una vita normale e che improvvisamente sono precipitati al di sotto della soglia minima di sopravvivenza faticando o non riuscendo ad arrivare alla fine del mese.

Il Comune di Trieste, in un lavoro di rete che comprende una serie di associazioni ed enti assistenziali, sta facendo fronte all’emergenza con uno sforzo straordinario «superiore alla spesa sociale media italiana» assicurando sussidi economici ai cittadini residenti, italiani e stranieri, che si rivolgono ai servizi sociali, nell’ambito di una politica di sostegno e solidarietà civica che si fonda su un regolamento approvato dal Consiglio comunale alla fine del 2012 e avviato ad inizio 2013.

Le modalità e i meccanismi che regolano l’erogazione dei sussidi da parte dell’amministrazione comunale sono stati illustrati nel corso della riunione della commissione per la Trasparenza. Per fronteggiare il fenomeno povertà il Comune di Trieste, nel corso del 2014, ha stanziato complessivamente la cifra di 4,4 milioni di euro cui se ne sono aggiunti 1,8 derivanti dal Fondo di Solidarietà regionale. Totale: oltre 6 milioni di euro.

Nell’ultimo anno solare, come emerso appunto in commissione, sono state ben 8mila le persone che hanno chiesto un sostegno economico al Comune. Non tutte ce l’hanno fatta: 1.200 si sono viste respingere le domande in quanto non corrispondenti ai parametri previsti, come emerso dopo le verifiche volte a certificare la situazione patrimoniale dei richiedenti. Statistiche alla mano, il 70 per cento dei beneficiari è di origini italiane, mentre il restante 30 per cento è formato da cittadini extracomunitari residenti a Trieste. «Il concetto fondamentale è che ogni risposta che diamo è personalizzata, in quanto tiene conto dei bisogni, delle risorse e delle specifiche esigenze del singolo richiedente - spiega l’assessore comunale alle Politiche Sociali Laura Famulari -. Questo porta a una disomogeneità nei diversi contributi ma proprio perché ogni sostegno è mirato alla singola persona o alla famiglia in questione e non può giocoforza essere uguale agli altri. Il sussidio ha inoltre una durata limitata nel tempo ed è declinato al bisogno soggettivo che tiene conto di diversi fattori e che deriva da una serie di verifiche puntuali».

Quell’anziano sotto la pioggia che cerca il cibo nei cassonetti
L'anziano mentre raccoglie gli scarti del supermercato, sistemando a lato frutta e verdura (foto Andrea Lasorte)

La cifra presa come parametro per il sussidio “minimo vitale” è di 480 euro su base mensile ed è stata calcolata in riferimento alla pensione minima Inps. Ma esistono diverse tipologie di sostegno. Tra queste ci sono i contributi periodici continuativi che vengono previsti per una durata di almeno due mesi: nel 2014 sono state 1.333 le persone che ne hanno usufruito per una cifra media pro capite su base annua di 953 euro. Poi vi sono le persone che sono storicamente seguite dai servizi sociali, a causa di diverse problematiche: 186 nell’ultimo anno solare per un contributo medio pro capite su base annua di 690 euro. Esistono poi i cosiddetti interventi straordinari “una tantum”, come i contributi per chi è in difficoltà con il pagamento di tasse, bollette, spese condominiali od altro: in questo caso 1.946 le persone sostenute nel 2014, per una cifra media pro capite di 472 euro. Infine il Fondo di Solidarietà regionale: 1.255 le persone che hanno ricevuto un sussidio per un importo medio pro capite di 1430 euro.

«Nonostante la difficoltà nel reperire le risorse ed un bilancio approvato a metà anno con un budget ancora provvisorio, siamo riusciti a produrre il massimo sforzo possibile - rileva Famulari -. Questo significa che, nonostante non sia facile rispondere a tutti in base alle diverse necessità, l’importo messo a disposizione, grazie anche al Fondo regionale, è stato fortemente consolidato rispetto al passato e risulta superiore alla spesa sociale media del resto del Paese».

Un piano che però non convince del tutto le forze di opposizione: il capogruppo di Forza Italia Everest Bertoli, in particolare, sottolinea le differenze di trattamento tra i cittadini di Trieste ed i migranti accolti nel nostro territorio. «Siamo di fronte a uno squilibrio devastante - attacca Bertoli -. Come possiamo paragonare quella che viene definita come soglia minima vitale, 480 euro mensili, alla cifra che il governo mette a disposizione per ogni singolo profugo che arriva nel nostro Paese, ovvero 1.050 euro mensili? Chiediamo che il Comune aumenti i contributi minimi per i concittadini e che chi riceve i sussidi sia esentato dalla tassazione locale».

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