Nuovi guardrail in Fvg, stanziati 4 milioni: scatta il report sulle rampe a rischio

Partono i lavori di adeguamento delle barriere pericolose e il piano per prevenire incidenti in contromano
Lasorte Trieste 20/06/16 - Superstrada, Grande Viabilità, GVT, Incidente Mortale
Lasorte Trieste 20/06/16 - Superstrada, Grande Viabilità, GVT, Incidente Mortale

TRIESTE Quattro milioni di euro per aumentare il livello di sicurezza delle strade nel Friuli Venezia Giulia, con l’adeguamento dei guardrail – a beneficio in particolare dei motociclisti – e l’eliminazione dei pericolosi terminali “a manina”: nel dettaglio, un milione è stanziato direttamente dalla Regione per avviare i lavori di installazione delle protezioni “salvacentauri”, mentre i restanti tre milioni arriveranno sempre attraverso la Regione, attingendo dai fondi Cipe. L’annuncio è stato dato ieri dall’assessore a Infrastrutture e Territorio Graziano Pizzimenti e dal consigliere della Lega Danilo Slokar. L’esponente leghista è stato il promotore dello stanziamento «per garantire una sicurezza passiva al passo con i tempi – ha sottolineato –, sostituendo i pericolosi terminali “a manina”, le “lame assassine, con i terminali interrati».

Nella conferenza stampa, oltre all’illustrazione degli interventi strutturali che saranno realizzati da Fvg Strade, è stato presentato un libro di cento pagine con lo studio comparato sulle soluzioni migliori per evitare l’immissione contromano nelle rampe. Autrice l’ingegner Cristina Fumo. È il risultato della borsa di studio promossa da Regione e Fvg Strade, in collaborazione con l’università di Udine, in memoria di Luca Sussich. Luca, 35 anni, era dipendente proprio della Spa stradale regionale: assieme alla 36enne Valentina Gherlanz nella notte tra il 19 e il 20 giugno 2016 aveva perso la vita in un incidente causato da un automobilista romeno ubriaco lungo la Grande viabilità: il terribile schianto si era verificato all’altezza dell’Italcementi. Il romeno, poi condannato a 8 anni, aveva guidato contromano sulla superstrada per due chilometri.

Ieri erano presenti anche parenti di vittime di incidenti stradali, a cominciare da Carmen Radanich, la madre di Luca che fin dai primi giorni successivi alla tragedia aveva sollecitato un intervento per rendere più sicuro quel tratto della grande viabilità, in primis il segmento della sopraelevata all’altezza di via Svevo. Tuttora non sono stati fatti passi avanti: «Evidentemente è un problema burocratico che finora non è stato possibile risolvere – ha affermato Radanich –. Cosa possiamo fare, allora? Andiamo noi per uffici? Se può servire siamo pronti ad anticipare noi, parenti delle vittime, i soldi necessari». Parole che non possono lasciare indifferenti, pronunciate con pacatezza e grande dignità, ma anche con fermezza, nell’intento di evitare che altre madri e altri padri siano costretti a sopportare quel dolore. Pizzimenti e Slokar hanno preso l’impegno a intervenire su questo fronte, confermando che in tre anni nulla è stato fatto dall’Anas per mettere in sicurezza le rampe della grande viabilità triestina: «Contatteremo l’Anas per definire e programmare degli interventi».

Annunciato anche un monitoraggio sulla rete stradale del Friuli Venezia Giulia, coinvolgendo la stessa Anas e Autovie, per individuare i punti – rampe e svincoli – dove è maggiore il rischio di un imbocco contromano per procedere poi ai lavori di messa in sicurezza suggeriti dallo studio di Fumo come il potenziamento della segnaletica e delle dotazioni catarifrangenti, o una modifica della conformazione che renda difficoltoso l’imbocco contromano. Con Anas e Autovie saranno calendarizzati periodici incontri di progettazione e verifica. Fondamentale, come hanno evidenziato anche il direttore generale Sandro Didonè e Iliana Gobbino di Fvg Strade, risulta inoltre l’attività educativa già in atto nelle scuole per insegnare il rispetto per le regole della strada e inculcare la consapevolezza del pericolo rappresentato da comportamenti come la guida contromano.

Tornando agli interventi già stanziati, Pizzimenti ha spiegato che riguarderanno soprattutto «le strade di montagna e del Carso triestino e isontino». La strada più a rischio per i motociclisti risulta comunque la Ss 251 della Valcellina.—


 

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