Nuovi fondi al Fus, revocato lo sciopero al Verdi e al Rossetti
La mossa a sorpresa del governo, che ha fatto marcia indietro sugli annunciati tagli alla cultura, ha determinato la revoca dello sciopero indetto dai lavoratori della Fondazione lirica e dello Stabile regionale
Salva la "Bayadère" in programma al Verdi. E salvo pure l'"Affarista" in cartellone al Rossetti (nella foto). La mossa a sorpresa del governo, che ieri ha fatto marcia indietro sugli annunciati tagli alla cultura e stanziato 149 milioni di euro per il Fondo unico per lo spettacolo, ha determinato la revoca dello sciopero indetto dai lavoratori della Fondazione lirica e dello Stabile regionale.
Domani sera quindi, tanto a Trieste quanto in tutte le altre città d'Italia, i sipari si alzeranno regolarmente, in linea con la decisione assunta al termine delle assemblee delle segretarie nazionali di Cgil, Cisl, Uil e Fials.
«Prendiamo atto con grande soddisfazione della decisione del Consiglio dei ministri di determinare il rifinanziamento del Fus - hanno affermato in una nota unitaria i sindacati -. Riservandoci una più attenta valutazione del decreto, possiamo comunque ritenere che il positivo risultato sia frutto della convinta e responsabile mobilitazione messa in campo da lavoratori e artisti».
I fondi sbloccati ieri rappresentano una preziosa boccata d'ossigeno per il mondo dello spettacolo. Ma, precisano gli addetti ai lavori, non allontanano completamente le tante nubi ancora all'orizzonte. «Si tratta di un recupero forte e inatteso - ha commentato Antonio Calenda, direttore del Rossetti e sovrintendente del Verdi -. Per adesso, almeno, si respira, anche se il problema non è del tutto risolto. I 149 milioni di euro consentono infatti al Fus di tornare ai livelli del 2010, ma non permettono di assorbire tutto il passivo. Globalmente comunque - conclude Calenda - rappresentano un segnale positivo, pur se non sufficiente ad eliminare le difficoltà dei teatri. Che, tra l'altro, attendono ancora di conoscere la ripartizione dell'ultimo stanziamento e quindi l'entità delle nuove disponibilità cui sui poter fare affidamento».
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