Nuovi argini all’isola della Cona: così la riserva si protegge dalle infiltrazioni del mare

Conclusi i lavori idraulici di sbarramento dell’infiltrazione

del mare come è successo la scorsa estate a causa della siccità. Porte completamente aperte ai visitatori

Ciro Vitiello
I nuovi argini dell’Isola della Cona
I nuovi argini dell’Isola della Cona

STARANZANO Si aprono completamente le porte dell’Isola della Cona ai visitatori, dopo due mesi di ristrutturazioni che avevano limitato alcune escursioni.

Si sono conclusi, infatti, gli interventi per il miglioramento idraulico arginale, la sistemazione delle chiuse e il ripristino dell’area intorno all’osservatorio della Marinetta.

Eliminati, quindi, i disagi alla cooperativa Rogos nella gestione dell’area protetta e ai turisti che hanno nel periodo hanno dovuto rinunciare le camminate in alcuni sentieri.

Le opere dirette dal Consorzio di Bonifica Pianura Isontina, sono state eseguite dalle ditte Icos srl di Tolmezzo, Battistella Golf srl di Chions, Hook Service srl. I lavori finanziati dall’amministrazione regionale, si erano resi necessari per le precarie condizioni in cui versavano gli argini e per evitare l’ingressione di acque salate, un fenomeno in cui il mare sommerge tratti più o meno ampi di costa nei bacini dolci dei cosiddetti ripristini, dove la fauna stanziale e migratoria trova il suo habitat ideale.

La riserva aveva subìto il fenomeno la scorsa estate quando a causa della siccità dell’Isonzo, il mare si era insinuato nel letto del fiume per una lunghezza di almeno cinque chilometri.

Ora è al riparo, anche se in certi periodi l’alta marea si oppone all’acqua che scende dall’Isonzo.

I cantieri dei lavori hanno interessato alternativamente differenti aree in modo da garantire per la fauna selvatica, sempre la presenza di acqua in almeno un bacino.

Tale opera era stata sempre auspicata dallo scomparso Fabio Perco, considerato il “papà” della riserva naturale regionale foce Isonzo.

Intanto è in corso in questo periodo la migrazione degli uccelli dai Paesi freddi del Nord Europa raggiungendo in Cona oltre 20 mila presenze. Sono già arrivate le prime oche lombardelle, una specie protetta che nidifica principalmente in Russia e giunge in Italia per svernare, concentrandosi lungo le lagune del Mar Adriatico.

Molta attenzione, quindi, per i naturalisti della Cona Matteo De Luca e Silvano Candotto, autori anche di diversi scatti dei volatili scoprendo che c’è ancora qualche ritardatario non ancora ripartito come il “Succiacapre”, chiamato così poiché la leggenda popolare vuole che munga nottetempo le capre, ma in realtà è un uccello notturno che si nutre prevalentemente di insetti.

Per ammirare lo spettacolo che si ripete con l’instancabile volo di migliaia di uccelli che arrivano per prepararsi a trascorrere l’inverno all’interno della riserva naturale, vengono organizzate escursioni nei luoghi dedicati per vivere l’emozione del loro incredibile viaggio. La prenotazione è all’indirizzo info@rogos. it. —

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