Nuove antenne: individuati a Gorizia 21 siti potenziali

Attualmente ci sono 51 impianti attivi. In commissione il regolamento che introduce paletti, controlli e restrizioni
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 20/07/08 Consiglio comunale - Foto di Valentina Balbi
Bumbaca Gorizia 20/07/08 Consiglio comunale - Foto di Valentina Balbi

Per ora ce ne sono 51 (di cui 5 installate ultimamente). Ma il Piano delle antenne individua altri 21 siti potenziali. Ciò non significa che verranno, per forza, installate ma le compagnie telefoniche hanno comunque già individuato le aree possibili per migliorare il segnale.

Si tratta, in altre parole, di “manifestazioni di interesse”. Che, peraltro, non hanno avuto ancora un seguito concreto: non state cioé formalizzate. Perché ne parliamo oggi? Perché il regolamento comunale per il monitoraggio e l’installazione di nuovi impianti (il quale enumera regole più rigide a tutela della salute pubblica e dell’ambiente) è «attualmente al vaglio della competente commissione comunale», fa sapere l’assessore comunale all’Urbanistica, Guido Germano Pettarin. Dopodiché tornerà in Consiglio comunale.

La mappa dei siti

potenziali

Ma entriamo nel merito delle potenziali (ripetiamo quest’aggettivo perché non è detto che gli impianti saranno poi realmente attivati) aree di installazione, compagnia telefonica per compagnia telefonica: peraltro ne riassumiano l’ubicazione nel grafico a fianco. Iniziamo dalla Wind che potrebbe installare impianti nelle vie Brigata Toscana, Carducci e Favetti, Garzarolli, San Michele, IV Novembre, via Nizza, Gregorcic, Pola e all’autoporto. L’H3G ha, invece, richiesto di impiantare una radio-base tra via Blaserna e via Cravos, in via Manzoni, in via Garzarolli e in via Udine. La Vodafone punta ad impiantare tralicci alla Casermette e nelle vie Orzoni, Forte del Bosco, Crispi, IV Novembre, Buonarroti, Capodistria e Trivignano oltre a piazza Vittoria, viale XX Settembre, viale Oriani, via dei Faiti e via San Michele.

Le nuove installazioni dovranno essere in ogni caso lontane dai luoghi sensibili e in particolare dalle strutture scolastiche. L’obiettivo? Abbattere l’elettrosmog. Con questo termine, s’intende l’inquinamento elettromagnetico derivante da radiazioni non ionizzanti quali quelle prodotte dalle infrastrutture di telecomunicazioni come la radiodiffusione e la telediffusione (emittenti radiofoniche e televisive), ponti radio, reti per telefonia cellulare, dagli stessi telefoni cellulari, dagli apparati wireless utilizzati soprattutto in ambito informatico (campi elettromagnetici ad alta frequenza) e dalle infrastrutture di trasporto dell’energia elettrica tramite cavi elettrici percorsi da correnti alternate di forte intensità come gli elettrodotti della rete elettrica di distribuzione

Il futuro

regolamento

«I criteri più importanti, adottati nel regolamento – si legge nella delibera – riguardano la scelta di siti preferenziali meno impattanti dal punto di vista ambientale». Il monitoraggio si svilupperà in questa maniera: ogniqualvolta arriverà una richiesta da parte di un gestore per una nuova installazione, sarà verificato l’impatto visivo e ambientale dell’impianto. Inoltre, si cercherà di provvedere «nel miglior modo possibile a mitigare gli impatti visivi e ambientali che la localizzazione dei nuovi impianti potrà generare». E l’attenzione massima sarà rivolta, come detto, agli edifici scolastici.

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