Nuova tegola sui benziani: sono “fuorilegge”

La legge regionale n.19 del 2012 chiede una serie di miglioramenti che la categoria non è in grado di concretizzare
Nuovi guai per i benziani goriziani
Nuovi guai per i benziani goriziani

Una lettera di due paginette appena, ma che ha scatenato forte, fortissima preoccupazione. L’oggetto? “Legge regionale 11 ottobre 2012, n.19, Norme in materia di energia e distribuzione di carburanti”. La missiva è stata ricevuta in questi giorni da tutti i gestori delle stazioni di servizio cittadine. In pratica, si chiede ai benzinai di fornire gli elementi al Comune per “classificare” il proprio impianto. Sembrerebbe una mera richiesta tecnica. In realtà, ha implicazioni pratiche inimmaginabili. I benzinai devono indicare gli interventi di ammodernamento dell’impianto effettuati: interventi che, nella maggior parte dei casi, non sono stati effettuati considerato che è già un miracolo che tali attività continuino a sopravvivere. Il rischio? L’imposizione alla chiusura.

Abbiamo banalizzato al massimo per rendere comprensibile lo spinoso argomento a tutti. A fornirci la lettera Manuel Rizzi, titolare della stazione di servizio Tamoil di via Lugo Isonzo Argentina, che esprime forti preoccupazioni. «Di questo passo, rischiamo tutti di chiudere i battenti». Con la collaborazione dell’Ufficio del traffico della polizia municipale entriamo nel merito. Le legge regionale del 2012 dà il compito al Comune di verificare entro sei mesi «l’esistenza di condizioni di incompatibilità territoriale, nonché l’esistenza di inidoneità tecnica degli impianti esistenti sul proprio territorio». Cosa significa? Attraverso le lettere, si richiede ai benzinai di definire la tipologia del proprio impianto. Si va dall’impianto non presidiato (deve avere esclusivamente apparecchiature self-service senza la presenza del gestore con la possibilità di ricaricare le auto elettriche, con pensiline di copertura e con pannelli fotovoltaici) alla stazione di servizio (che deve comprendere almeno apparecchiature di ricarica per alimentazione delle auto elettriche, eventuali attività commerciali integrative, servizi igienici separati per sesso con uno destinato ai diversamente abili, pensiline, pannelli fotovoltaici, parcheggi per gli utenti, etc); dalla stazione di rifornimento (che prevede, comunque, la presenza di apparecchiature di ricarica per alimentare le auto elettriche) alla stazione di rifornimento elettrico tout court. «Richieste che non siamo in grado di rispettare. Ci chiedono la luna, pensiline e apparecchiature per le auto elettriche, in un momento in cui la categoria è in ginocchio», lamenta Rizzi. «I contenuti di quella legge sono pura fantascienza», taglia corto Roberto Ponzalli della Figisc-Confcommercio.

Perso un altro milione di carburante

Il Comune, o meglio l’ufficio del traffico, non può fare alcunché di diverso. Deve rispettare la legge e, quindi, ha inviato a tutti i benzinai la lettera. Se i gestori si adegueranno entro un tempo prestabilito, bene: altrimenti, il rischio è la chiusura delle attività. «La Regione - ricordano i tecnici - ha emanato la legge già nel 2012 e c’era il tempo materiale per effettuare tutti gli adeguamenti. È anche vero che la categoria sta attraversando il periodo più buio della sua storia». Che fare? Non resta che far entrare in azione la politica. Ed è questo che farà l’assessore alla Polizia municipale Stefano Ceretta. Rispondendo a un’interrogazione del consigliere comunale Celestino Turco (Per Gorizia), l’esponente leghista ha dichiarato che il Comune «non è affatto insensibile a questa vicenda. Chiederemo alla Regione una proroga sine die. La crisi e la situazione contingente suggeriscono di rimettere nei cassetti questo provvedimento che comporterebbe, per i poveri benzinai, investimenti che oggi non possono effettuare».

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