Nuova sede di "118" e Distretto 3 all’ex Irfop

Il direttore dell’Ass1 Delli Quadri: «C’è un accordo con Regione e Università»
La sede ex Irfop
La sede ex Irfop

L’ex Irfop di Valmaura quale futura sede dell’attuale Distretto 3 e anche del 118. È uno degli investimenti che Nicola Delli Quadri mette orgogliosamente in primo piano, tracciando il bilancio dell’attività del 2014 dell’Azienda per i servizi sanitari n.1 Triestina. L’ultimo prima dell’inizio dell’iter che porterà all’unificazione fra Ass1 e Azienda ospedaliero-universitaria, operazione che lo stesso Delli Quadri sovrintenderà nel ruolo di commissario. Lo sguardo al futuro, all’accorpamento, l’ha voluto dare solo a fine incontro con i media: «Dal 2 gennaio ci sarà solo il “noi”, non più il “noi” e “loro”. Le condizioni ci sono, è un’occasione che non si può lasciar passare. Sarà necessaria una rivoluzione nella mentalità di operatori e cittadini». Prima, una carrellata di numeri e di progetti portati a compimento e messi in cantiere, come appunto quello all’ex Irfop, oggi sede distaccata dell’ateneo triestino: «C’è un accordo con Regione e Università - spiega Delli Quadri - affinché si possa spostare lì il Distretto numero 3, inclusa la sede di via Puccini, e nella palazzina più interna si sistemi il 118. Anche il sindaco ha espresso parere favorevole in proposito».

Più interventi per dipendenze da fumo e gioco
Fumo

Non è questo l’unico investimento che il manager dell’Ass1 cita: ci sono inoltre l’allargamento degli spazi del Csm di via Gambini, pure in questo caso in accordo con l’Università, e il consolidamento del ruolo del Parco di San Giovanni come luogo a disposizione dell’intera comunità cittadina. Due le nuove microaree attivate: di Campi Elisi, dietro piazzale Rosmini, e l’altra in via Cumano. Prorogata quella di Zindis, nel comune di Muggia, mentre per l’inizio del 2015 è in calendario il battesimo della novità Microarea Villa Carsia. Ma l’appuntamento con il “consuntivo” è stato particolarmente fitto anche di cifre: a cominciare da quel 1.275 che coincide con il totale dei dipendenti, rimasto alla fine immutato rispetto a inizio anno e passato attraverso qualche oscillazione. I costi sono stati ridotti dell’1%, riuscendo a tamponare al meglio i 14 milioni in meno di finanziamenti regionali assegnati in avvio di 2014, poi attenuati da una correzione in corso d’opera pari a 7 milioni. Con soldi in entrata globalmente calati, «non potevano garantire tutto. Abbiamo scelto - illustra ancora Delli Quadri - di non ridurre le risorse relative a salute mentale, disabilità, cronicità e cooperative sociali».

L’attività è stata, anche durante l’anno che va a chiudersi, sempre più improntata a una maggiore ricerca della domiciliarità. Nel 2014 il tasso di ospedalizzazione dei cittadini triestini è arrivato a 137,7 ricoveri ogni mille abitanti, 5 punti in meno del 2013 e di oltre 100 più basso nel confronto con il 1996 (all’epoca il rapporto era stato di 240 per mille). La soglia stabilita dagli obiettivi regionali è a quota 140: l’Azienda sanitaria triestina ha saputo fare meglio. In aumento, poi, il numero di soggetti presi in carico dai servizi infermieristici domiciliari: 8.050, pari a un +3,3% rispetto al 2013. Discorso simile per la riabilitazione a domicilio: 2.540 le persone cui è stato assicurato questo supporto (+7,3%). Particolare cura, in sintonia con la strategia complessiva, viene messa nella continuità assistenziale tra ospedale e territorio: oltre 12mila le valutazioni in merito, con 5.500 dimissioni protette.
All’inverso, in ingresso in ospedale, si registra un numero in discesa per ciò che riguarda gli accessi di residenti triestini al Pronto soccorso di Cattinara (dove si fa notare un -37% dei codici bianchi, percentuale «che può essere dovuta anche a una diversa codifica degli accessi stessi», puntualizza Delli Quadri) e del Maggiore: in progressione dai 71.871 del 2010 si è scesi ai 68.916 del 2011, ai 65.286 del 2012, ai 63.796 del 2013 e la proiezione per fine anno prefigura un dato di 63.309 per il 2014.
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