Nuova prateria sottomarina davanti al Lido di Staranzano

Messe a dimora 100 piante di fanerogama che servono a ripopolare i fondali In primavera tra Marina Nova e Julia saranno posizionate 30 boe ecologiche
Il fondale del Lido di Staranzano che sarà ripopolato con le piante messe a dimora ieri e le operazioni effettuate dai tecnici della cooperativa biologica Selc
Il fondale del Lido di Staranzano che sarà ripopolato con le piante messe a dimora ieri e le operazioni effettuate dai tecnici della cooperativa biologica Selc

Marina Julia, la messa a riposo delle alghe

STARANZANO La “prateria sottomarina” che rende vivo e mantiene in salute il golfo di Panzano da ieri è un po’ più ricca. I tecnici della cooperativa di biologia Selc, partner del progetto europeo Saspas, di cui è capofila il Comune di Monfalcone, hanno portato a termine in giornata la messa a dimora di 100 piante di Cymodocea nodosa, una specie di fanerogama, e quindi di pianta marina, nello specchio d’acqua antistante il litorale, davanti il Lido di Staranzano. La presenza di fanerogame è fondamentale da un lato per frenare l’erosione dei fondali e dall’altro per la produzione di ossigeno e per garantire un riparo e un’area di riproduzione per molti pesci, cefalopodi, bivalvi, gasteropodi, echinodermi e tunicati.



Per questo motivo a completare l’operazione, che sarà ripetuta a maggio, in una zona limitrofa, ci sarà non solo un monitoraggio e una raccolta dati, con la creazione di un portale e di un programma di gestione di salvaguardia marina, ma anche l’installazione di 30 boe “ecologiche”. I sistemi di ancoraggio stagionali, pensati per evitare che le imbarcazioni “arino” i fondali con le ancore, e quindi danneggino proprio le praterie sottomarine, saranno posizionati prima della prossima stagione estiva nell’area antistante il litorale tra Marina Nova e Marina Julia con un investimento di 60 mila euro. «L’obiettivo non è quello di riforestare l’Adriatico – ha spiegato ieri il tecnico di Selc Andrea Rismondo, dopo un’uscita in mare di verifica assieme al sindaco Anna Cisint –, ma di calibrare una metodica da utilizzare nelle zone in cui potrebbe esserci la necessità di ripopolamento, lasciando una documentazione dell’esperienza».

Bonaventura Monfalcone-18.09.2020 Sopralluogo-Messa a riposo alghe-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-18.09.2020 Sopralluogo-Messa a riposo alghe-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura


L’obiettivo è anche quello di lanciare un segnale sulla delicatezza degli equilibri dell’ambiente marino e sull’importanza del contributo di ciascuno alla sua salvaguardia. In questo senso va appunto l’installazione degli ormeggi eco-compatibili, che sarà effettuata anche nel Parco delle isole Incoronate, in Dalmazia, partner di progetto con l’Università di Trieste, Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema Lagunare di Venezia, Parco Marino di Miramare, Università di Fiume. «Nel parco pugliese delle Dune, in provincia di Brindisi, pure coinvolto, è stata realizzata solo l’azione di riforestamento, perché la fruizione dei diportisti è davvero limitata», ha aggiunto Rismondo.

Sia in Puglia sia alle Incoronate, dove all’alta naturalità del contesto si associa un’importante fruizione nel corso dei mesi estivi, la varietà messa a dimora è stata però quella della Posidonia oceanica. Il progetto, finanziato con 2,2 milioni di euro dall’Unione europea, assume rilevanza anche per la prospettiva di allargare l’ambito di intervento a una tipologia di macroalga come il Fucus virsoides, nota anche come “quercia marina”, quasi del tutto scomparsa dall’alto Adriatico, fatta eccezione per piccoli popolamenti residuali individuati nella zona di Monfalcone. Un altro organismo che sta scomparendo dal Golfo di Trieste, ma che si trova ancora a Monfalcone, è il grande mollusco Pinna nobilis, più noto con il nome comune di “stura”. In questo caso il forte declino della popolazione di Pianna nobilis è imputabile a un batterio che sta infettando in tutto il Mediterraneo con mortalità elevatissime. —

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