Nuova piattaforma informatica stanerà i furbetti degli alloggi

Contro il sovraffollamento il Comune si affida alla tecnologia. Da gennaio 49 abitazioni su 132 risultate non in regola. Più controlli sui ricongiungimenti
Altran Mf-ufficio anagrafe
Altran Mf-ufficio anagrafe

MONFACONE. A gonfiare gli appartamenti di inquilini oltre il limite del consentito sono sempre loro, gli stranieri. Forse perché costituiscono la parte economicamente più debole, forse per incoscienza. Fatto sta che tra le 123 persone in sovrannumero sorprese dalla Polizia locale da inizio anno al 30 giugno non figura un solo italiano. Neppure per sbaglio. Lo rivela il comandante Rudi Bagatto, stando al quale sebbene le recidive sul fenomeno del sovraffollamento risultino drasticamente in diminuzione (la prima sanzione è di 100 euro, poco più che una bagatella, ma alla seconda già scatta un salasso di 300 euro) i controlli «devono proseguire» perché gli episodi «comunque continuano», alimentati dai costanti flussi migratori.

Nel 2018 sono stati 249 gli appartamenti in città passati sotto la lente degli agenti di via Rosselli e 109 quelli sanzionati, per un totale di 309 inquilini in eccedenza. A metà dell’anno in corso si sono verificati 132 alloggi, 49 dei quali risultati non in regola. La municipale ha riscontrato «fino a 15 persone in più» rispetto a quanto certificato per quell’abitazione dagli uffici competenti e «tre dichiarazioni false» redatte al fine di «ottenere un attestato alloggiativo con numero superiore di residenti rispetto a quanto concesso».

I verbali sono stati altresì inoltrati dal comando, per competenza, alla Procura di Gorizia per valutare gli estremi dell’ipotesi di reato di falso. Ventuno, invece, le sanzioni per mancata ospitalità accertate dagli agenti: erano state 32 – ma in 12 mesi – nel 2018, dunque un dato in salita che, se confermato nel secondo semestre, porta il comandante a supporre un ricorso a tale escamotage per dribblare i paletti fissati per contenere il sovraffollamento.

Altro dato interessante, emerso dalla conferenza stampa di ieri in municipio, il fatto che ormai la Municipale non si muova praticamente più d’ufficio bensì su segnalazione dei monfalconesi. Se nel 2018, infatti, solo la metà dei controlli derivava da delazioni, oggi è nel 90% dei casi una “soffiata” a indirizzare il corpo comunale.

A compierla non solo i cittadini, ma anche gli amministratori di stabili e in alcuni casi i locatari delle abitazioni. Negli ultimi due mesi in particolare pare vi sia stato un vero e proprio boom di segnalazioni: non ci si limita a indicare la zona, ma stando a quanto riferito i “suggeritori” dettano via, civico e perfino fascia oraria di rientro degli inquilini. D’altro canto, ragiona il comandante, risiedono lì e vedono tutto. I vigili, quindi, vanno praticamente a colpo sicuro.

Ma la lotta al sovraffollamento di cui questa giunta ha voluto fare un suo punto d’onore non si esaurisce nelle statistiche. «Si è messo in campo – chiarisce il sindaco Anna Cisint – una piattaforma informatica grazie alla quale prima del rilascio della residenza l’Anagrafe si potrà interfacciare con gli uffici tecnici e verificare quante persone già risiedono nell’alloggio».

Se la nuova presenza andrà a sforare i limiti previsti scatterà il campanello d’allarme. E «si negherà la residenza». «Fin qui – prosegue – la Municipale poteva agire solo a posteriori, su residenze ormai rilasciate: noi ora vogliamo intervenire preventivamente». I dati, tutti memorizzati e accessibili al personale impiegatizio. Alloggi ai raggi X. Non solo, siccome è capitato che i proprietari di appartamento non fossero al corrente che persone in sovrannumero affollassero le loro mura in locazione «scatterà a ogni nuova residenza l’informativa al titolare, affinché ne abbia contezza».

Ma il Comune punta a gestire anche i ricongiungimenti familiari: come chiarito ieri dal segretario generale Francesca Finco, l’articolo 29, comma 3, della legge 286 (Testo unico sull’immigrazione) prescrive l’idoneità dell’alloggio di residenza del nucleo, ergo nel caso in cui vi siano troppe persone oppure con l’ingresso dei familiari si sfori il numero consentito, «la residenza verrà negata».

Un percorso, questo, che Cisint intende condividere con Regione e Viminale. «Se negli ultimi 30 anni – conclude – si fossero messe in pratica queste disposizioni oggi non ci troveremmo a gestire tale situazione. Quando terminerò il mandato le residenze in città si saranno riequilibrate». C’è un dato, infatti, che non dà pace al sindaco: quel «rapporto 1 a 6», stando al quale «ogni operaio bengalese che arriva in città si porta dietro altri sei connazionali», da ridimensionare con ogni mezzo lecito. –


 

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