Nuova chiusura, i comitati: «Ora aree pedonali»

Centro off-limit oggi e sicuramente domani. Il Wwf: «Abituarsi ai mezzi pubblici»
Il centro resta ancora chiuso al traffico per smog. Oggi e sicuramente anche domani. Lo stop più lungo mai avvenuto a Trieste. E in una città alle prese con la prospettiva di nuove chiusure, diventa sempre più consistente il numero di chi ha individuato una sola ricetta: pedonalizzare. Rendere cioè il centro storico di Trieste, da Cavana al Borgo Teresiano, a misura di pedone, organizzando in maniera adeguata il transito dei mezzi pubblici e costruendo ampi parcheggi multipiano o interrati ai bordi della zona off-limits per le auto private.


In poche parole: tirare fuori dai cassetti il piano del traffico e quello parcheggi e tradurli in realtà. «Solo così si risolverebbe veramente il problema dell’inquinamento in città». Si può riassumere in questo modo il pensiero di ambientalisti e comitati cittadini sul nodo polveri sottili. Al nono giorno di chiusura del centro al traffico continuano infatti ad arrivare opinioni e ricette sul modo in cui fronteggiare l’emergenza smog.


Sulle misure adottate dall’amministrazione comunale (seppure obbligate), il commento è unanime: «Sono inutili. Serve un cambiamento radicale dell’organizzazione della viabilità e delle abitudini della gente. Ma bisogna farlo subito». E dopo l’appello dei commercianti, che negli scorsi giorni si erano detti favorevoli alla pedonalizzazione delle vie situate nel cuore della città, ora la richiesta arriva, forte e chiara, anche da altre voci. Quelle dei comitati, ad esempio. Tra questi ultimi c’è anche chi, come il comitato «Corso Italia per Trieste», ha fatto dell’altolà alle auto la propria bandiera.


Le firme raccolte complessivamente a tale scopo sono, come confermato dal presidente del sodalizio Pierguido Collino, più di 1100. «Interdire il transito alle auto come misura una tantum per abbattere i livelli di polveri sottili è necessario quando ci si trova nell’emergenza - spiega Collino - ma si tratta solo di palliativi: provvedimenti tampone che nulla hanno a che fare con le reali esigenze di sviluppo della nostra città. I piani del traffico e quello dei parcheggi devono essere messi in pratica, nell’interesse di tutti. Quello che noi chiediamo è la pedonalizzazione non solo di corso Italia, ma dell’intera area compresa tra Cavana e il Borgo Teresiano». Uno stop ai mezzi privati, dunque, ma che tenga conto di alcune condizioni. «I mezzi pubblici devono ovviamente poter circolare - spiega ancora Collino - e andrebbero anzi potenziati per offrire un servizio adatto ai cittadini. Andrebbero inoltre realizzati i megapark interrati o multipiano, tanto pubblicizzati dal Comune, ma di cui non si vede nemmeno l’ombra».


A definire il binomio pedonalizzazione-parcheggi come quello vincente in chiave antitraffico e antismog è anche la presidente del comitato «Trieste vivibile» Marina Della Torre, che si dice contraria alla «pedonalizzazione selvaggia» del salotto buono della città, ma allo stesso tempo sottolinea come l’altolà ai veicoli privati possa rivelarsi uno strumento efficace se organizzato di pari passo con la realizzazione di nuovi posti auto. «Bloccare la circolazione delle auto senza assicurare adeguati parcheggi ai bordi della zona interdetta al traffico sarebbe un suicidio - afferma Della Torre -. Ma le due cose insieme possono essere la risposta giusta». Di «reale necessità» di cambiare rotta sul fronte viabilità a Trieste parlano anche gli ambientalisti.


La pensa così Dario Predonzan, responsabile regionale del Wwf: «Le auto, in centro città, non dovrebbero circolare - spiega -. Ci si dovrebbe abituare a usare i mezzi pubblici, anche se costa un po’ di fatica in più». Più autobus, più spazi verdi e traffico limitatissimo (magari adottando pure un ticket d’ingresso in centro per le auto private): sono questi, secondo Predonzan, gli strumenti con cui dare una boccata d’ossigeno alle strade triestine.

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