Nucleare, proposta della Hack: "Lanciamo nello spazio le scorie"

L'astrofisica Margherita Hack, favorevole al ritorno all'energia nucleare, ipotizza lo smaltimento delle scorieatomiche: "Potremmo lanciarle nello spazio". L'unico ostacolo: i costi economici esorbitanti. Sulle esplorazioni cosmiche: "Meglio abbandonare la Luna e concentrarsi su Marte, che potrebbe ospitare davvero colonie umane"
Margherita Hack
Margherita Hack
TRIESTE
Le scorie radioattive? Lanciamole nello spazio. A colloquio con Margherita Hack, che boccia la Luna e promuove Marte Di questi tempi le ricerche che riguardano lo spazio, vicino o lontano che sia, hanno ripreso vigore. E' di qualche giorno fa la notizia, pubblicata dalla rivista Science, di un'insolita serie di immagini scattate da astrofisici statunitensi, i quali avrebbero individuato quelle che, scherzosamente, sono state definite le prime rughe della Luna. Leggendo l'articolo si capisce invece che si tratta di faglie e fossati (per la precisione 14) immortalati dai telescopi montati sul LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter), la sonda in orbita attorno alla Luna dal giugno dello scorso anno. Queste strutture sarebbero tra le più recenti formatesi sulla Luna, e ciò starebbe a indicare un'attività di contrazione del corpo celeste relativamente recente. Abbiamo commentato la singolare scoperta con Margherita Hack, astrofisica e intellettuale.


Professoressa Hack, non trova strano che la superficie della Luna abbia improvvisamente rivelato strutture geologiche mai osservate prima?

In effetti è insolito, se consideriamo che la Luna ha 4,6 miliardi di anni ed è un pianeta morto, in cui non possono verificarsi terremoti, non soffiano venti e non c'è un'atmosfera. L'unica causa che posso ipotizzare, non essendo io un geologo ma un astrofisico, è che queste strutture siano state provocate dall'elevata escursione termica esistente fra giorno e notte, che ha in qualche modo spaccato il suolo.

Un altro evento recente è assurto agli onori delle cronache, la nebulosa IRAS 05437+2502 nella costellazione del Toro, che mostra una punta molto più illuminata del resto. Lei ha idea di che cosa si tratti?

Non saprei, ma del resto non lo sanno neppure alla Nasa. Alcune nebulose sono ciò che resta dell'esplosione di supernove: può darsi che ci siano stelle variabili e che improvvisamente vi siano degli aumenti nella loro luminosità.

Tutto questo cercare nell'Universo remoto non ci allontana troppo dai problemi più concreti che ci affliggono qui sulla Terra? Penso all'acqua, al clima…

Molte delle scoperte effettuate nello e per lo spazio, così come molte delle strumentazioni concepite per studi stellari, si sono rivelate utili anche per studi più terreni. Tutte le ricerche sugli effetti dell'assenza di gravità hanno fornito a medici e biologi informazioni sulla biologia umana e spunti per ulteriori ricerche. E poi, via, abbiamo capito molte cose su come si formano le stelle: oggi sappiamo che quella con una massa assai grossa muoiono esplodendo, vittime di reazioni nucleari incontrollate. Sono simili a vere e proprie bombe nucleari, ed esplodendo diffondono nello spazio tutti gli elementi accumulati nel loro interno. In qualche modo, abbiamo capito che anche noi uomini siamo il frutto dell'evoluzione dell'universo, essendo fatti di quegli stessi elementi.

Ecco, lei nomina le bombe nucleari... Qual è la sua posizione su questa seconda giovinezza del nucleare?

Ma è una seconda giovinezza solo qui da noi. Tutti gli altri stati non l'hanno mai abbandonato. Anche se personalmente ritengo che si dovrebbe puntare di più sulle energie rinnovabili, non nego l'importanza del nucleare. Chernobyl fu un errore umano, e poi oggi i reattori sono costruiti in base a una concezione diversa rispetto al passato.

Anche concordando sulla sicurezza degli impianti di nuova generazione, non c'è dubbio che il problema delle scorie resta … nessuno ha mai pensato seriamente a spedirle nello spazio profondo?

Me l'hanno chiesto poco tempo fa. E' una possibilità che andrebbe seriamente considerata. Temo solo costi esorbitanti. Meglio puntare su altri combustibili nucleari con una vita media inferiore rispetto all'uranio, o sviluppare fonti di energia che non lasciano dietro a sé residui tossici.

Come nel caso della fusione nucleare?

Lì la reazione è identica a ciò che succede nel Sole (vede che studiare lo spazio serve?). Ma Per far sì che la reazione accada bisognerebbe ingabbiare l'intera reazione in «bottiglie magnetiche», cioè incapsularle in fasci magnetici potentissimi, e il rapporto costi-benefici non è positivo.

Tornando allora alla Luna, corpo morto come lei lo definisce: qual è l'utilità che viene dal continuare a studiarla?

In effetti andrebbe abbandonata, soprattutto l'idea di nuovi sbarchi sul suolo lunare. Meglio sarebbe concentrarsi su Marte, che potrebbe davvero ospitare colonie di umani, sia pure per poco tempo, sotto calotte trasparenti, per consentire alla luce solare di far crescere le piante. Come nei film di fantascienza. Ma in questo caso la fantascienza prende spunto da reali possibilità.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo