Nubi sul futuro dell’Antica Diga

Dopo l’arresto di Brumat l’Authority potrebbe decidere per la revoca della concessione
Di Laura Tonero
Foto BRUNI TRieste 10 08 2011 Apertura Antica Diga - detta L'isola di Trieste
Foto BRUNI TRieste 10 08 2011 Apertura Antica Diga - detta L'isola di Trieste

L'associazione Antica Diga - L'Isola di Trieste è la concessionaria di quella lingua di terra che da anni nella stagione estiva diventa una delle mète della movida triestina. Ma il suo presidente Franco Brumat è stato messo un paio di giorni fa agli arresti domiciliari. Che cosa succederà di quella realtà, di quell'associazione sportiva - peraltro non fallibile - che gode delle concessioni demaniali per quegli oltre 16 mila metri quadrati? Nel caso venissero revocate, le concessioni non potrebbero venire per ora riassegnate.

La palla avvelenata ora passa nelle mani dell'Autorità portuale. Che potrebbe decidere di non prendere alcuna decisione. Oppure, vista la situazione travagliata dell’associazione ora minata anche dal provvedimento cautelare nei confronti di Brumat, che ne è legale rappresentante, potrebbe revocare le concessioni e decidere di porre fine alla lunga agonia che da anni ormai travolge l'Antica Diga.

A questo punto regna l'incertezza. Franco Brumat, ora agli arresti nella sua casa di Gorizia, a chi cerca di contattarlo risponde con un messaggio, un sms: «Come sapete sono agli arresti domiciliari con divieto di vedere e parlare con persone che siano al di fuori dei miei familiari».

Il sessantunenne originario di Fiumicello (in provincia di Gorizia) negli ultimi anni è stato l'amministratore di fatto della fallita società “D’Arcano Sviluppo Europa” che ha gestito lo stabilimento balneare. Ora è accusato di avere distratto, fatto sparire insomma, quasi 135mila euro che avrebbero dovuto essere impiegati per pagare i creditori. Tra loro decine di dipendenti, molti giovanissimi, che avevano lavorato nei mesi estivi sulla Diga. I primi segni del cedimento, culminati nel fallimento sentenziato il 18 dicembre 2012 dal giudice Giovanni Sansone, la D’Arcano Sviluppo Europa li aveva avuti già nel febbraio di quell’anno. Quando a fine stagione 2011 diversi fornitori erano stati lasciati a bocca asciutta e rivolgendosi a studi legali avevano lamentato migliaia di euro di debiti. A pretendere il dovuto erano anche camerieri, cuochi, organizzatori di serate, addetti alla comunicazione che attendevano stipendi o il pagamento di fatture emesse nel 2011.

Brumat, che la scorsa estate aveva fatto ripartire l’Antica Diga con l’associazione, ora non ha più la possibilità di gestire quella lingua di terra in prima persona. Spetterà ai soci o al vicepresidente dell'associazione, Walter Bradas, prendere in mano le redini della situazione e decidere il da farsi.

La Diga-L’Isola di Trieste è titolare di una concessione quarantennale rilasciata nel 2005 dall’Autorità portuale con un canone annuale di circa 15mila euro. Ma se sulla Diga non si promuovono attività, è impossibile per un'associazione sportiva come quella, priva di altre fonti d’entrata, far fronte a quelle cifre. Senza tener conto del fatto che l'Autority vanta già dei crediti nei confronti de La Diga - L' Isola di Trieste per canoni rimasti insoluti.

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