Nozze gay, il primo sì monfalconese è in Austria

MONFALCONE Massimo, monfalconese, e Daniel, austriaco, si sono sposati. Niente municipio di Monfalcone, niente Unione civile italiane. Si sono sposati ieri pomeriggio a Sankt Oswald, in Austria. Max, che per vent’anni ha gestito un apprezzato salone di parrucchiere a due passi dalla Biblioteca comunale, quattro anni fa ha deciso di trasferirsi a Bad Kleinkirchheim dove attualmente ha inaugurato, con il suo “Polvere di Stelle”, una doppia attività di salone e negozio di abbigliamento.
«Un trasferimento fortunato», ci tiene a precisare. Massimo Ive e Daniel Ronacher si sono incontrati per la prima volta tre anni fa in un ristorante dove Daniel lavorava part-time durante le vacanze e nei week end. «Ogni tanto andavo a cenare lì e, ogni tanto, uscendo a fumare durante la serata trovavo lui, in pausa, fuori dal locale; si chiaccherava» racconta. Poi per un anno non si erano più visti. Reincontrandosi a Bad sono diventati amici e poi, ad un certo punto, è «scoppiato l’amore» ride Max guardando Daniel.
Il 14 febbraio di quest’anno hanno deciso di sposarsi. «Come è successo?» domanda Max. «È venuto da sé, ne parlavamo» inizia a rispondersi. «Alla fine l’hai chiesto tu a me» lo interrompe e conclude sorridendo Daniel. Comunque sia andata, entrambi hanno iniziato a indossare una sottile fedina d’oro al dito sinistro. Questo prima dello scambio degli anelli ufficiale avvenuto ieri pomeriggio. La celebrazione ha seguito di qualche giorno il matrimonio civile, puramente burocratico, avvenuto a Spittal an der Drau, capoluogo del distretto omonimo. «Siamo andati nell’ufficio preposto e, documenti alla mano, abbiamo firmato una serie di atti» racconta Max. Tutto molto semplice. «In Austria il primo matrimonio gay è stato celebrato ventiquattro anni fa a Vienna», racconta Daniel, niente di eccezionale dunque, «anche se la Carinzia non è Vienna».
Il «clima austriaco è migliore» spiegano e non in senso meteorologico. Più disteso, tranquillo, libero, qualche effusione in pubblico normale. All’annuncio del matrimonio le congratulazioni sono state molte e spontanee.

Più complessa la situazione in Italia dove se, da una parte, le congratulazioni delle clienti del salone Hair studio 19, dove Max continua a collaborare alcuni giorni al mese, si è manifestata in una serie di festeggiamenti eterogenei fin dall’annuncio delle nozze; dall’altra Max nota che meno volentieri si lascia andare ad atteggiamenti più spontanei con il suo compagno per strada e in pubblico. «Percepisco più fastidio in Italia, anche se alla fine la differenza vera, sia qui, sia in Austria, è culturale e di conoscenza. Chi si comporta male, lo fa per paura e fa paura quello che non si conosce». Appare un po’ stanco mentre lo dice. Eppure da poco è entrata in vigore, non senza polemiche, la nuova normativa sulle Unioni civili.
Ma i motivi per cui ha lasciato l’Italia sono legati alla sua attività, riguardano principalmente le lentezze burocratiche e fiscali che l’avevano un po’ sfiduciato. Quello che ha trovato dice, è un luogo in cui alla semplificazione dell’amministrazione pubblica si accompagna, o forse consegue, una modalità di interazione fra persone in cui non si piantano troppi paletti ed etichette, una maggiore disponibilità. «Come qui a Monfalcone, ma 15 anni fa» conclude.
La loro festa è stata all’insegna del romanticismo. A cominciare dalla scelta del luogo: una baita a 1700 metri d’altezza affacciata su di un laghetto dove nuotano le trote. Sul davanti della baita una piccolissima cappella semicircolare dove hanno preso posto il celebrante cattolico, i due sposi e dieci “irrinunciabili” testimoni, cinque a testa, le amiche e l’amico più cari. Entrambi cattolici, gli sposi desideravano una tradizionale benedizione religiosa, che è stata impartita da un diacono, e, colpo di scena, si sono presentati in abito tradizionale carinziano. Hanno infatti indossato entrambi il tracht, costituito da pantaloni corti in pelle, camicia, gilet, giacca e cravatta. Max nelle sfumature del blu e Daniel in quelle del verde. Max assicura che l’abito gessato lo indosseranno invece durante il loro weekend a Venezia; piccolo assaggio della luna di miele che hanno rimandato a novembre. Gli anelli, arrivati all’ultimo minuto, sono più vicini all’anello di fidanzamento con diamante che alla fede classica. E dopo aperitivo e cerimonia il centinaio di parenti e amici in cui, forse, qualcuno a malincuore manca hanno festeggiato questa storia d’amore. Che succederà domani? Daniel, che sta per concludere il servizio civile obbligatorio di nove mesi, dopo aver portato a termine, l’anno scorso, gli studi commerciali e turistici desidererebbe aprire un albergo in Carinzia, Max continuerà a seguire la sua attività facendo la spola con Monfalcone. «Alla fine ciò che è importante - dicono - è trovare una persona che possa darti serenità».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo