Novità ammesse in cambio di più verde Esempi? Il tetto dei Duchi “trasformabile”
l’analisi
“Tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco”, sosteneva Gustav Mahler, compositore e direttore d’orchestra austriaco del periodo tardo-romantico. Ed è a questo principio, trascritto nella relazione del Piano particolareggiato per il Centro storico, che si è ispirato il gruppo di lavoro del Municipio che lo ha redatto. Un documento che privilegia anche l’aspetto “green”, previsto attraverso diversi elementi legati agli edifici. Dal verde verticale a quello sui tetti, sono molteplici infatti gli spunti ai quali potranno far ricorso i proprietari dei 1.621 stabili presenti nell’area compresa tra il Borgo Giuseppino e Barriera - soggetti appunto al documento urbanistico una volta che esso verrà approvato definitivamente - che avranno intenzione di apportare delle modifiche. Viene contemplata la possibilità di sfruttare lo spazio all’aperto sui tetti piani, intervenendo con barriere protettive non impattanti, in cambio però di quote verdi. Le ringhiere dovranno essere collocate un metro indietro rispetto allo skyline e dovranno essere di un materiale non “invadente”, come il vetro. Per poter accedere a questi nuovi open space è prevista anche la realizzazione, se non sono presenti altri accessi, di un vano scala ampio fino a dieci metri quadrati.
Ecco dunque che l’hotel Duchi d’Aosta, per esempio, potrà richiedere, se rientrerà nella categoria idonea, di utilizzare la terrazza sul tetto affacciata su piazza Unità, rendendola però al contempo “green”.
Non mancheranno poi i giardini verticali. Un intervento che prende ispirazione dai polmoni a cielo aperto presenti sui tanti edifici milanesi, che contribuiscono in particolare a creare una serie di rivestimenti scenografici delle facciate, rendendole quindi più moderne. Niente paura della bora, però. Basterà fornirsi di una adeguata griglia di sostegno o di rampicanti “giusti”, assicura Giulio Bernetti, direttore del Dipartimento Territorio, Economia, Ambiente e Mobilità, a capo del gruppo di lavoro.
Sono un paio poi quegli edifici che presentano caratteristiche tali da poter prevedere nelle corti interne pure dei parcheggi. Il Comune, previo progetto, potrà dare l’ok se in cambio verrà realizzata negli stessi spazi anche una parte di verde. «Si ottiene al contempo un doppio beneficio», conclude l’assessore con delega all’Urbanistica Luisa Polli: «Oltre a una quota di “green”, ci sarà anche più spazio tra gli stalli cittadini, che verranno sgomberati da quei mezzi che potranno appunto trovare posto nelle corti».—
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