«Normalità ripristinata» al Silos di Trieste: Coop Alleanza 3.0 ora è pronta alla vendita
TRIESTE. Il Silos resterà una delle pagine più dolorose dei viaggi della speranza e della sopravvivenza dei migranti della Rotta balcanica. I suoi 290 metri di lunghezza e le 44 arcate in pietra per anni avevano illuso i triestini, con progetti mirabolanti tra spazi congressuali, alberghieri, commerciali con cinema, teatro e aree benessere. Ma in realtà, alla fine, si è trasformato in un inferno.
Spazi fatiscenti
Le immagini di quegli spazi fatiscenti, con migranti costretti a vivere tra topi, immondizie, capanne di fortuna e indifferenza, hanno fatto il giro del mondo, e sarà difficile dimenticarle anche quando «tra non molto» – come confermato dalla proprietà, Coop Alleanza 3.0 – quel magazzino sarà venduto.
Vincolato dalla Soprintendenza, l’immobile da ieri mattina è vuoto. L’ordinanza di sgombero del sindaco impone adesso alla proprietà la messa in sicurezza dell’edificio, procedendo con la bonifica dei rifiuti presenti all’interno, questi peraltro in passato origine di incendi.
Recinzione del magazzino
Coop Alleanza 3.0 deve inoltre provvedere alla recinzione del magazzino, di modo da evitare che in futuro possa tornare a essere occupato abusivamente. Operazioni iniziate già ieri pomeriggio a sgombero terminato – quando gli operai hanno iniziato a sistemare le reti e posizionare i teloni verdi su tutto il perimetro del Silos – e che si protrarranno anche nei prossimi giorni. La stessa società «assicurerà una vigilanza del sito durante lo svolgimento dei lavori a mezzo di guardie giurate», precisa la Prefettura. Quegli spazi, comunque, saranno oggetto di «attenzione specifica», scrive la Prefettura, da parte di anche la Polizia locale e delle forze dell’ordine. L’ordinanza impone inoltre che venga posta «idonea segnaletica» di pericolo e divieto di accesso ai non autorizzati.
Ripristino della normalità
«Non parlerei di sgombero», ha tenuto a precisare il responsabile per le relazioni istituzionali di Coop Alleanza 3.0 Stefano Minin, perché «ora stiamo ripristinando una situazione di normalità» dopo che per troppo tempo decine, fino a centinaia di migranti hanno contemporaneamente condiviso gli spazi del magazzino. Un luogo popolato da topi ed escrementi e dunque in condizioni di «grave pericolo per l’igiene, la sicurezza e l’incolumità pubblica», come valutato dalla stessa Azienda sanitaria. «L’anormalità – dice Minin – era avere persone dentro un immobile pericolante a rischio crollo e senza nessun tipo di servizio igienico».
Preliminare d’acquisto
Occorrerà del tempo prima che il Silos venga pulito, bonificato dai tanti segni del passaggio di migliaia di profughi della Rotta balcanica che per anni vi hanno dimorato abusivamente, e così renderlo presentabile a un possibile acquirente che – conferma Minin – sembrerebbe essere pronto, dopo «circa due mesi di trattative ben avviate», a dare almeno una «disponibilità preliminare» all’acquisto del magazzino. E così dare, almeno si spera, un futuro più decoroso al vecchio Silos.
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