Nonnini hi-tech fra gli 82 centenari triestini

C’è chi si dedica ancora alle passioni di sempre come pittura o lettura. Ma per altri tablet e smartphone non hanno segreti



Molti vivono con il sostegno di familiari, operatori socio sanitari o badanti, alcuni risiedono nella propria abitazione, circondati dai parenti, altri sono ospitati nelle case di riposo, soprattutto quando necessitano di cure e aiuti costanti o quando sono rimasti soli. Sono i centenari e ultracentenari di Trieste, 82 – secondo i dati forniti dall’anagrafe – al 31 gennaio scorso. Il più longevo è un uomo di 110 anni, segue una donna di 108, mentre sono in tre ad aver spento 106 candeline e 8 hanno toccato il traguardo delle 105 primavere. In 6 sono a quota 104, stesso numero per chi ha 103 e 102 anni. Ad aver toccato la soglia dei 101 sono 26 persone e 25 ne hanno da poco compiuti 100. Le donne sono in netta maggioranza, 75 in tutto, solo 7 gli uomini.

«Sappiamo da una visione attenta della popolazione, che i nostri ultracentenari stanno bene, spesso sono in gran forma, tanto che – ricorda l’assessore comunale alle Politiche sociali Carlo Grilli – qualche anno fa avevamo organizzato un pranzo dedicato a loro. Si erano presentati in 64 e alcuni erano arrivati da soli, con l’autobus. Considerando che siamo tra le città più vecchie d’Europa, sul fronte dell’età, il tema dei grandi anziani è sempre in primo piano. Lavoriamo soprattutto sulla prevenzione e sulla socialità, per evitare che restino da soli, in particolare chi non ha più familiari, perché spesso la solitudine porta alla depressione e più facilmente alla malattia. Abbiamo deciso di non puntare più su eventi specifici – aggiunge – come il pranzo collettivo, ma vogliamo che tante iniziative sul territorio siano a misura di anziano, per portare queste persone fuori casa e per coinvolgerle».

E, come raccontano alcuni operatori del settore, l’assenza dei parenti spesso non è legata alla mancanza di legami d’affetto vicini, ma alla difficoltà degli stessi figli di centenari di restare attivamente accanto ai genitori, visto che, conti alla mano, alle volte sono pure loro molto anziani, alle prese con inevitabili acciacchi o con difficoltà motorie. Proprio per questo, tanti sono ospiti di strutture attrezzate, adatte a chi ha bisogno di assistenza continua o a chi deve contare su luoghi dove svolgere attività ad hoc, come ginnastica dolce o fisioterapia, e ricevere le cure da parte dei medici. C’è poi chi, in questi spazi o nei centri diurni, si dedica ancora con passione ad attività amate da sempre, come la pittura, il cucito o la lettura. Non mancano anche i centenari sprint, pronti a sfogliare i tablet per guardare video o restare aggiornati sulle ultime notizie, e abili a utilizzare lo smartphone, per telefonare e anche per conversazioni in video chat con nipoti lontani.

I “nonnini” triestini di recente sono finiti anche al centro di “CaT: Centenari a Trieste”, uno studio di medici e ricercatori nazionali, avviato per comprendere al meglio i meccanismi dell’invecchiamento e per fare in modo che la longevità possa essere anche sinonimo di migliore qualità di vita. Sul web l’argomento è stato sviluppato anche da un sito, sempre a livello nazionale, www.supercentenariditalia.it, che propone una lista di anziani residenti in Italia con un’età di minimo 107 anni, e che su Facebook pubblica anche storie, foto e compleanni. Secondo una recente indagine, l’Istat ha calcolato che nel 2050 i centenari in Italia toccheranno quota 157 mila, solo a Trieste si prevede saranno almeno 600. —



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