Nonni, baby sitter e smart working: i “salvagente” per genitori in crisi

Con le scuole chiuse per altri sei giorni, molti papà e mamme che lavorano sono costretti a fare i salti mortali per gestire i figli piccoli. E qualcuno se la prende con il sindaco. «Ci dia risposte» 
Una bimba a spasso con la nonna in zona pedonale a Trieste. Foto Andrea Lasorte
Una bimba a spasso con la nonna in zona pedonale a Trieste. Foto Andrea Lasorte

TRIESTE «Sono una madre separata, faccio la parrucchiera, non ho dei nonni a cui affidare mia figlia e non posso ricorrere alle ferie: chiedo che il governo o il nostro sindaco diano una risposta concreta a chi si trova nella mia stessa situazione». È l’appello che Nena Grubač, mamma triestina di 39 anni, rivolge al governo Conte e al primo cittadino Roberto Dipiazza ora che, per la seconda settimana consecutiva – causa coronavirus - le lezioni a scuola sono sospese.

Lezioni online e inviti alla lettura: così si attrezzano le scuole di Trieste
Un cartello indica la nuova chiusura delle scuole (Lasorte)


Il suo è uno dei tanti casi di genitori separati che, costretti comunque a lavorare, si trovano in questi giorni a dover gestire i figli senza nessun supporto. Ma le situazioni sono molto differenti. C’è anche chi è obbligato a lasciare i bimbi a casa da soli e chi invece ha la fortuna di appoggiarsi ai nonni. Sono soprattutto questi ultimi che si occupano dalla mattina al pomeriggio dei nipoti in assenza dei genitori. «Sì, perché le aule sono chiuse, ma i bambini dove li mettiamo?», si chiedono tante famiglie. Ci sono poi le mamme e i papà che non hanno la fortuna di avere come stampella i “mitici” nonni e quindi hanno deciso di prendere dei giorni liberi mentre altri hanno attuato lo smart working. Altri - pochi - seppur con fatica hanno infine fatto ricorso a baby parking e baby-sitter.



Nena Grubač deve fare i conti con una situazione per nulla facile. All’indomani della notizia di una seconda chiusura delle scuole - «arrivata domenica scorsa a mezzanotte» - ha avuto fortuna perché di lunedì non lavorava. «Ma ora io altri genitori nella mia stessa situazione siamo veramente messi male. Ho una bimba che deve rimanere a casa e ha, giustamente, dei compiti da fare. Io lavoro per una piccola azienda e non ho il supporto dei nonni. Il problema è innanzitutto: come giustifico la mia assenza dal lavoro? Sto rischiando di perdere il mio posto di lavoro. Non posso mancare perché ho poche ferie e se non ci sono, l’azienda ci perde, non può sostituirmi. Dobbiamo arrangiarci. E invece penso che se vengono adottate misure di sicurezza per il coronavirus, devono essere prese in considerazione anche soluzioni su come i genitori devono far fronte alla situazione». Baby-sitter o altre soluzioni a pagamento sono escluse: «Faccio la parrucchiera, guadagno 800 euro al mese. Se pago anche un servizio di questo tipo, mia figlia e io rischiamo di rimanere senza pane tra i denti a fine mese». La mamma, in questo, si è organizzata dunque così. «Devo farle fare i compiti di notte – racconta – dopo aver finito di lavorare. Oggi (ieri, ndr) ho preso un permesso per portare dal pediatra la bambina ma domani?».



Michele, 47 anni, istruttore di fitness, divorziato, deve gestire due figli tra una seduta di palestra e l’altra. L’ex compagna è ugualmente impegnata in un’azienda. «Non ho alternative: i miei bambini stanno a casa da soli, hanno poco più di 10 anni. Fortunatamente da lunedì hanno riaperto le società sportive, così almeno di pomeriggio vanno lì – spiega il papà -. La scorsa settimana, finiti i compiti, mi sono reso conto che era difficile motivarli, cercare di far loro leggere qualche pagina in più. La mia bimba andava magari a fare un giro di giorno con le amiche e poi di sera tornava a casa».

In assenza di soluzioni alternative, altre famiglie si sono organizzate anche in altri modi. Francesca e Maria ad esempio, entrambe impiegate in uno studio dentistico, hanno adottato due diverse strade. La prima ha preso ferie dopo che la scorsa settimana era stato suo marito ad assentarsi dal lavoro. Invece la seconda ha la fortuna di avere i genitori su cui contare. «I miei due figli stanno con i nonni – spiega -. Proprio ieri abbiamo ricevuto dalle maestre i compiti da fare a casa. Ho mandato su Whatsapp a mio padre le consegne per un figlio e a mia madre per l’altro. Sono sempre loro che si occupano di accompagnarli durante il giorno alle varie attività sportive e alle visite mediche, se necessario assieme a mio marito quando si libera dal lavoro».

C’è poi chi, come Elisabetta, che lavora nell’amministrazione dell’università, è rimasta a casa mettendo in pratica lo smart working. Scrivania, pc, cellulare, penna e fogli sono stati gli elementi essenziali per riuscire a continuare la propria attività e contemporaneamente gestire il figlio. Come fa anche un’altra giovane mamma. «Sono privilegiata perché lavoro in Generali - spiega -. Il gruppo mi ha permesso di dedicarmi lo smart working. Avevo già a disposizione un laptop, un cellulare e i vari strumenti necessari come Vpn, Skype e Microsoft Teams».

Anna e Mario invece hanno approfittato di un baby parking, come Alessia e Alessandro, che si sono affidati a una baby-sitter. «È uno sforzo notevole - dicono entrambi -, si tratta di costi che non avevamo assolutamente preventivato». «Io ho letto l’articolo di un mio amico - sottolinea Raffaella, 29 anni, mamma di tre figli -, in cui vengono suggerite sette cose da fare in casa con i propri figli. A mia volta le ho raccontate a mio marito, a cui ho lasciato i miei figli. Lui è riuscito a prendere ferie questa settimana, ma non li porta tanto fuori perché evitiamo luoghi troppo affollati». E quali sono questi preziosi consigli? «Realizzare dei lavoretti fai da te, magari con del materiale riciclato. Oppure fare degli esperimenti divertenti – evidenzia -: Youtube dà molte idee. E perché no imparare a cucinare assieme». —


 

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