Non solo l’allarme germani reali: 5 cigni morti nel rio Ospo

Il mistero si infittisce ulteriormente mentre migliorano alcuni esemplari in cura all’Enpa. Non si esclude che la causa possa essere un diserbante utilizzato sulle piante ingerite dagli uccelli
Una famiglia di cigni
Una famiglia di cigni

MUGGIA Dopo i germani reali, ora è la volta dei cigni. Prosegue senza sosta la terribile moria di uccelli acquatici del rio Ospo. La denuncia arriva direttamente dalla sezione triestina dell’Enpa: «Cinque giovani cigni reali muggesani sono deceduti». Ma c’è anche una notizia buona: alcuni germani, in cura proprio all’Enpa, si stanno rimettendo. Ancora ignote le cause però di una moria senza precedenti. Anche se alcuni indizi fanno pensare sempre più all’avvelenamento dovuto alla vegetazione inquinata, forse dai diserbanti.

 

Morti altri 17 germani reali: nell’Ospo resta il mistero
Un esemplare di germano reale

 

Patrizia Bufo, presidente dell’Enpa di Trieste, racconta come la strage di pennuti acquatici stia interessando anche la sede di via De Marchesetti: «Abbiamo voluto mantenere un profilo basso operando e cercando di capire cosa sta accadendo, ma è dal 12 agosto che stiamo affrontando l’emergenza dei germani reali del rio Ospo». Arrivata la segnalazione da Muggia, i volontari hanno recuperato due esemplari incidentati portati subito nella struttura dell’ente che si dedica alla cura degli animali. Successivamente è arrivata un’altra segnalazione dal rio Ospo: diversi anatroccoli sono stati rinvenuti morti. A quel punto, nel caso di animali già deceduti, come prevede la norma, è intervenuta la Polizia ambientale, visto anche l’alto numero di soggetti coinvolti.

«Attualmente i germani reali ospitati nella nostra struttura sono sei. Un soggetto è completamente guarito. Un altro, invece, è morto. Gli altri sono tutti in fase di miglioramento», racconta Bufo. Fondamentale per il recupero dei pennuti l’intervento del dottor Marco Lapia, esperto veterinario che con dedizione si sta dedicando ai volatili applicando una fluidoterapia - essendo gli animali molto deboli - e una alimentazione assistita, abbinata a una terapia antibiotica. «Premettendo che non siamo nuovi alle emergenze con la fauna selvatica stiamo osservando che le cure offerte ai germani stanno dando i loro frutti. Ovviamente, però, dobbiamo realmente capire cosa sta accadendo al rio Ospo». Anche perché oltre alle anatre nelle acque del corso muggesano stanno morendo pure i cigni reali. «Cinque cigni sono morti, uno è ammalato», conferma Bufo.

 

Muggia, il mistero dei germani reali morti alle foci del rio Ospo
Un esemplare di germano reale con i suoi anatroccoli

 

Ma qual è dunque la causa di questa moria? Nella zona sono stati avvistati uccelli (non acquatici), nutrie, pesci e anfibi, tutti in apparente buona salute. Ed è proprio questo che potrebbe far restringere il cerchio. Una delle caratteristiche che accomuna germani e cigni reali è il “cibo verde”, ossia alghe, piante e resti vegetali in genere. «Anche se sono la prima a dire che solamente il risultato delle analisi in corso al laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie offrirà la risposta oggettiva, fare delle ipotesi è lecito - spiega Bufo - quindi mi chiedo se non sia il caso di fare delle analisi delle acque del rio Ospo». Il sospetto, in particolare, si sposta sulle piante sull’Ospo, piante che potrebbero essere state avvelenate dall’utilizzo di diserbante e ingerite dai pennuti acquatici.

Questo spiegherebbe di fatto perché tutti gli altri animali - che non si nutrono di piante acquatiche - non siano stati coinvolti dalla moria. Intanto si iniziano a fare sempre più i conti. Circa una trentina di germani reali e almeno cinque cigni sono morti. La popolazione delle anatre muggesane si è quasi dimezzata come racconta l’esperto faunista triestino specializzato in ornitologia Enrico Benussi: «Complessivamente i germani reali presenti nell’area del rio Ospo sono attorno alle ottanta unità. La particolarità di questi uccelli è che non sono animali prettamente selvatici, ma semidomestici o comunque misti. Da qui anche i particolari piumaggi che a volte non ricalcano il classico piumaggio dei germani reali selvatici». Se l’ipotesi dell’avvelenamento dovesse essere confermata, verrebbe allontanato definitivamente lo spauracchio del virus del Nilo occidentale, malattia che infetta soprattutto gli uccelli acquatici (oltre ai cavalli) e può comportare delle conseguenze mortali per l’uomo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo