«Non siamo imprenditori della finanza in yacht»
Anche se il gruppo pugliese ha chiuso il 2014 con un fatturato superiore al miliardo di euro, in incremento del 22,6% sui ricavi dell'anno precedente, Francesco Casillo tiene a precisare che «io e i miei fratelli ci mettiamo le mani, in quest’azienda: non siamo imprenditori della finanza che veleggiano sullo yacht, pur se ce lo possiamo permettere». «Coi sindacati nazionali - ha sottolineato ieri - siamo in buoni rapporti e nelle fabbriche, che sono guidate da manager di alta professionalità, tendiamo a instaurare rapporti familiari. Ancorché ben sindacalizzati, credo che anche i lavoratori della De Franceschi, vedendo imprenditori che ci mettono l’anima, condivideranno le nostre aspettative».
Sulla base dei progetti illustrati dal gruppo, di manodopera ci sarà evidentemente bisogno. E quella trovata sul territorio è parsa «a un livello alto di professionalità». Attualmente in capo alla De Franceschi sono rimasti solo sei lavoratori operanti (uno è in aspettativa volontaria). Se tutto dovesse filare liscio, e in tal senso - come rimarcato da Francesco Casillo - «la collaborazione del territorio e delle sue istituzioni è fondamentale», ovvero se si riuscirà a riattivare il raccordo Rfi, la forza lavoro dovrà necessariamente aumentare, sia per supportare l’ampliamento dei silos sia per concretizzare il terminal logistico.
Casillo, interpellato ai margini della sua presentazione, si è detto disponibile a sostenere lo sport locale. Lo scorso anno, va menzionato, il gruppo pugliese ha erogato in liberalità e sponsorizzazioni 855mila euro. «A Lucca - ha riferito - sponsorizziamo il basket femminile e in Sicilia il volley, sempre “rosa”». Della serie: atlete, fatevi avanti. (ti.c.)
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