«Non ritiro l’ordinanza contro i bivacchi al massimo la modifico»

Il sindaco all’avvocato Gaggioli: «Quella sentenza della Cassazione riguardava un clochard». Appello della sinistra
Bumbaca Gorizia 22_07_2017 Profughi Valletta © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 22_07_2017 Profughi Valletta © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
«L’ordinanza anti-bivacco assimilabile a “carta straccia”? Apprezzo che quelli dell’opposizione siano dei maghi del diritto ma, forse, è il caso di leggere bene la sentenza della Corte di cassazione che ha salvato un barbone di Palermo dal pagamento di mille euro, a titolo di sanzione penale, per non aver rispettato l’ordinanza anti-bivacco del sindaco. Intanto, c’è una grande differenza: in quel caso parliamo di un
clochard
, a Gorizia ci sono flussi interminabili di migranti che dormono a terra».


Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia, risponde così a Silvano Gaggioli, consigliere comunale d’opposizione portacolori di “Gorizia c’è” e presidente dell’Ordine degli avvocati.


L’ordinanza


resta al suo posto


«Ritirare l’ordinanza per queste motivazioni? No. Al limite, se si dovessero evidenziare degli elementi di debolezza nel nostro provvedimento, apporteremo tutti i cambiamenti necessari. Insomma, non la ritirerò, al limite cambierò qualche contenuto».


Poi Rodolfo Ziberna torna a ribadire concetti a lui cari. «Ripetendo all’infinito che le persone che arrivano a Gorizia provengono non da Paesi in guerra ma da altri stati europei che li hanno respinti, continuiamo a chiedere le modifiche degli accordi che vanno sotto il nome di Dublino 3 per impedire che chi si è già visto respingere la domanda per il riconoscimento dello
status
di rifugiato non possa presentarne un’altra in un paese diverso. In attesa che ciò avvenga il Governo attivi altre tre commissioni in Fvg per accelerare le espulsioni e si sposti in altro comune quella presente a Gorizia. Questi, a mio pare, sono i discorsi da fare».


L’opposizione chiede


un incontro al Prefetto


Intanto, i gruppi consiliari (e non solo) chiedono un incontro urgente al prefetto Isabella Alberti. L’appello è sottoscritto dal Partito democratico, da Percorsi goriziani, da Gorizia è tua, da Gorizia 100 sogni, da Gorizia c’è e dal Forum Gorizia. Si affiancano le organizzazioni politiche Circolo VerdeRosso Sinistra italiana di Gorizia, il Comitato GOPossibile, Rifondazione comunista, Articolo 3, Partito dei comunisti italiani. Non compaiono nell’elenco le civiche “Gorizie” e “Borghi” che hanno sostenuto la candidatura a sindaco di Federico Portelli.


Tutte queste associazioni e i volontari impegnati nell’accoglienza quotidiana dei richiedenti asilo daranno vita questa mattina alle 11 in piazza Vittoria a una conferenza stampa. Subito dopo, sempre questa mattina, verrà presentata al prefetto di Gorizia Isabella Alberti, la richiesta di un incontro urgente, sottoscritta dai sopracitati soggetti politici e rappresentanti della cittadinanza. «Tema dell’incontro - spiegano i gruppi di opposizione - la situazione della gestione delle presenze dei richiedenti asilo a Gorizia e le condizioni inumane in cui sono costrette a vivere le persone, già titolari dei diritti derivanti dalla richiesta di asilo o in attesa che, attraverso la formalizzazione della richiesta, tali diritti siano loro riconosciuti secondo quanto previsto dalla normativa vigente».


C’è anche un attacco alla giunta Ziberna. «I provvedimenti presi dall’amministrazione comunale si sono dimostrati, per l’ennesima volta, inefficaci e controproducenti, e le iniziative governative dirette a trasferire i profughi in altre località italiane non risolvono il problema fondamentale: l’insufficienza del sistema locale di accoglienza causato da oltre dieci anni di politiche inconcludenti da parte dell’amministrazione comunale di Gorizia. Di fronte a questa situazione, di negazione dei diritti e di disagio profondo per i cittadini goriziani, si intende sollecitare la Prefettura ad intervenire e valutare alcune proposte condivise dalla politica e dall’associazionismo locali, che verranno anticipate nel corso della conferenza stampa».


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