Non recupera il cane smarrito, il Comune glielo “sequestra”

Meticcio trovato in strada a Prosecco. Il proprietario rifiuta di andarlo a prendere:  «Portatelo da un amico di cui non ricordo il nome». Scatta il ricovero d’autorità

TRIESTE Se un essere umano si mostra del tutto disinteressato al destino di un animale di cui si è fatto carico, può capitare che il Comune glielo sequestri. È proprio quel che è avvenuto a Trieste nei giorni scorsi, come riporta un’ordinanza emessa dal Servizio ambiente ed energia municipale. L’oggetto è chiaro: «Ricovero d’autorità di un cane».

La vicenda ha inizio ormai il 7 luglio scorso, con un fatto in apparenza di ordinaria amministrazione: un cittadino trova un cane, un meticcio maschio, mentre si aggira solitario in località Prosecco. Il cittadino soccorre l’animale il giorno successivo lo porta al canile di via Orsera.

Qualche giorno dopo il veterinario fa sapere di aver cercato invano il proprietario del cane e si rivolge quindi agli uffici comunali per avere un supporto nell’impresa. Scende in campo il corpo di polizia municipale, che riesce a individuare il padrone del cane e a trovare il suo indirizzo di posta elettronica.

Il Comune contatta il proprietario via email avvisandolo della presenza del cane nella struttura di via Orsera. Il 15 luglio scorso la persona risponde agli uffici comunali «indicando che il cane gli era scappato che al momento non aveva disponibilità al ritiro e che l’Azienda sanitaria poteva invece consegnarlo presso altra abitazione, ove abita un suo amico ma di cui al momento non ricorda il nome».

A questo punto la vicenda prende una piega piuttosto originale: la risposta del proprietario non è infatti di quelle che gli uffici comunali ricevono ogni giorno.

Gli agenti della municipale vanno quindi all’indirizzo indicato dall’uomo, nella speranza che l’«amico» dal nome sconosciuto si presti a ospitate la povera bestia, liberandola dalla permanenza forzata in canile.

Purtroppo il tentativo non ha esito felice. Si legge nel testo dell’ordinanza: «Il Corpo della polizia municipale non riveniva nessuno presso tale citato appartamento e, a seguito di deposito di avviso, nessuno si è messo in contatto con il Comune o l’Azienda sanitaria nei giorni successivi».

A quel punto il veterinario ufficiale della Struttura semplice sanità animale dell’Asuits certifica ufficialmente i presupposti per una confisca tramite ricovero d’autorità: «Verificato il palese disinteresse del proprietario nei confronti del cane, anche perché dal momento della fuga del cane non ha attuato alcuna azione atta al recupero dell’animale, neanche contattando il canile contumaciale nel momento in cui è venuto a conoscenza de rinvenimento».

A quel punto il primo cittadino ricorre alla norma regionale che stabilisce che il sindaco possa disporre «con propria ordinanza il ricovero dell’animale nelle strutture prevista (...) quando sia detenuto in condizioni tali da causarne il disagio inteso come mancato rispetto dei bisogni fisiologici ed etologici della specie».

Proprio quel che è stato fatto in questa occasione, tanto più che il povero meticcio non deve nemmeno essere sottratto al proprietario negligente, ma è già ospite di un canile comunale. —


 

Argomenti:caneanimali

Riproduzione riservata © Il Piccolo