«Non posso sguarnire il Tribunale civile»
Correttezza, trasparenza, responsabilità. Giovanni Sansone, presidente del Tribunale di Gorizia, scandisce quelli che «sono i punti fermi e incontestabili del mio operato». Il riferimento è alle considerazioni espresse ieri a Il Piccolo dal Procuratore capo, Massimo Lia. Sansone non scende sul terreno della replica, preferisce proporre altri e più approfonditi spunti di riflessione perché la collettività possa meglio comprendere la drammatica situazione sta vivendo l’azienda-giustizia a Gorizia.
«Al procuratore Lia ho inviato a suo tempo una relazione scritta e molto dettagliata sulla situazione del Tribunale alla luce delle defezioni di alcuni giudici che hanno determinato la difficoltà oggi nota a tutti di poter far fronte a tutti i procedimenti penali in corso. La scelta di rinviare alcuni processi, aventi determinate caratteristiche, per privilegiare la celebrazione di altri più impegnativi e socialmente più rilevanti è stata giudicata, lo voglio ricordare, “di buon senso” da parte della Camera penale».
Come più volte sottolineato a destare particolare sorpresa è stata la decisione di rinviare alcuni particolari processi al febbraio del 2017, quando è previsto il rientro in servizio di una giudice attualmente in maternità.
Nelle udienze dai primi di gennaio in poi sono stati già molti i processi rinviati al prossimo anno.
«La pubblicazione sul sito del Tribunale di Gorizia dei due decreti relativi alla riorganizzazione del lavoro dei giudici è un atto che testimonia la massima trasparenza del mio operato. Sono convinto che la collettività tutta, che dal Tribunale si aspetta giustamente una giustizia efficiente, debba essere informata sulle scelte organizzative vitali a fronte delle ridotte risorse a disposizione. Il cittadino ha il diritto di sapere queste cose e i risultati che è stato possibile conseguire con le forze a disposizione. In sostanza: trasparenza delle scelte e rendicontazione dei risultati».
Lo stesso procuratore Lia, del resto, è perfettamente consapevole delle difficoltà in cui dibatte il Tribunale. Il suo rammarico tuttavia è anche riferito al fatto che oggi, a pieno potenziale della Procura (cinque effettivi più il capo) corrisponda un Tribunale “zoppo”. Non più tardi di alcuni mesi fa le posizioni erano diametralmente opposte: sufficienti giudici a disposizione ma carenza di pm con i magistrati Valentina Bossi (facente funzione di capo) e Laura Collini costrette agli straordinari e impegnate severamente con le inchieste sull’amianto.
Pare di capire che la diversità di vedute più marcata tra Sansone e Lia pare essere la scelta del presidente di non sguarnire sotto il limite la sezione civile e aver dirottato al penale un giudice non compatibile con la celebrazione di processi provenienti da udienza preliminare.
Puntualizza Sansone: «Tutti gli altri giudici a disposizione del civile sono ugualmente incompatibili. Ma il concetto che mi preme sottolineare è che se il penale ha le sue esigenza non di meno importante è il civile. Vengono trattati casi socialmente molto rilevanti come le cause di lavoro, i fallimenti e il diritto di famiglia. Materie che toccano direttamente e pesantemente il destino di molte donne e uomini. Tutti i Tribunali portano l’intestazione civile e penale: non solo penale».
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