Non più solo vendita di vino: nelle osmize di Sgonico anche marmellata della casa, verdura e frutta

Il nuovo Regolamento approvato all’unanimità dal Consiglio comunale

apre ai nuovi prodotti agricoli e salva la produzione di confetture doc

Una coppia brinda in un’osmiza del Carso: a Sgonico arriva un nuovo regolamento foto Massimo Silvano
Una coppia brinda in un’osmiza del Carso: a Sgonico arriva un nuovo regolamento foto Massimo Silvano

Le osmize di Sgonico potranno vendere anche formaggio, uova, prosciutto, verdure e frutta, oltre al vino. Uniche condizioni per poter ampliare il raggio d’azione commerciale: che i prodotti proposti siano provenienti “in misura prevalente” dalla propria azienda e che si osservino le disposizioni normative vigenti in tema di igiene e sanità.

Inizia una nuova era dunque per queste storiche rivendite, che fanno parte della secolare tradizione della produzione agricola del Carso triestino. La novità è stata approvata venerdì all’unanimità dal Consiglio comunale. A presentare le modifiche e le integrazioni al “Regolamento per la disciplina delle attività di vendita del vino ricavato dalle uve dei propri fondi”, è stato l’assessore Rado Milić. «Si trattava di adeguare il Regolamento alle nuove normative e alla realtà delle cose – spiega – in quanto eravamo il Comune dell’altipiano più rigoroso sotto questo profilo e ci è sembrato corretto porre i nostri agricoltori nelle stesse condizioni dei territori vicini».

La modifica più importante è contenuta nell’integrazione all’articolo 1 del Regolamento. Nel nuovo punto 3 si legge che “gli imprenditori agricoli possono vendere direttamente al dettaglio i prodotti provenienti in misura prevalente dalla propria azienda”. «Il mondo dell’agricoltura si è evoluto – sottolinea Milić – e oramai è sempre più frequente ampliare la gamma dei prodotti di casa che ogni singola osmiza può vendere. In passato. Con la nuova disciplina, abbiamo ufficializzato questa importante novità».

Di rilievo anche il nuovo punto aggiunto all’articolo 10. “La presente disciplina – così il nuovo testo – si applica anche nel caso di vendita di prodotti derivati, ottenuti a seguito di attività di manipolazione o trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici, finalizzati al completo sfruttamento del ciclo produttivo dell’impresa”. «Per quanto riguarda questo nuovo punto – evidenzia Milić – abbiamo voluto mettere in regola anche chi si occupa di una parte della produzione, per esempio confezionando marmellate. L’essenziale è che gli alimenti proposti siano o di propria produzione aziendale o acquistati direttamente per la lavorazione da altri produttori singoli o associati, purché operanti sul territorio carsico».

Da segnalare infine l’ultima modifica, che si rifà alle recenti novità decise dal governo per quanto concerne il Codice della strada: “Per ogni giorno di apertura – così precisa il nuovo Regolamento – ogni produttore non potrà vendere più di 40 litri di vino”. Finora il limite era 50. «Con le nuove penalità per chi guida alterato dall’alcol – dice sorridendo Milić – ci è sembrato giusto adeguarci». E se il consigliere di opposizione Mirko Sardoc definisce «opportuna la modifica al Regolamento, che mette tutti i Comuni del Carso sullo stesso piano», Monica Hrovatin, da sindaco, auspica che «in futuro, per la disciplina delle osmize, ci sia un unico interlocutore, da individuare nelle Province, se saranno ricostituite». —

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