Non paga 124 euro, gli vendono la casa

Sfrattato con la famiglia per una bolletta inevasa nel paese sloveno di Litija. L’abitazione messa all’asta frutta 75mila euro
Di Franco Babich

LITIJA. Per una bolletta di 124 euro non pagata, è rimasto senza casa. Sembra assurdo, ma è successo davvero. A Litija, cittadina di 20mila abitanti a poche decine di chilometri da Lubiana, una famiglia è stata sfrattata dopo che la casa in cui vivevano è stata venduta all'asta per un debito nei confronti della municipalizzata Vodovod–Kanalizacija: un conto per l'acqua del 2007.

L'incredibile epilogo della vicenda si è consumato nei giorni scorsi, quando la polizia ha sgomberato alcune decine di persone che avevano tentato di impedire lo sfratto. Zoran Vaskrsic e la sua famiglia hanno lasciato la casa senza opporre resistenza. L'uomo ha annunciato che si rivolgerà alla Corte per la tutela dei diritti umani di Strasburgo. Nessuno poteva immaginare che una storia così banale – un conto non pagato – sarebbe sfociata in un autentico dramma. Ma, tra disattenzioni e superficialità, con la complicità di norme assurde, le cose sono andate nel peggiore dei modi.

Dopo un anno e mezzo di ritardo sul pagamento, il creditore ha chiesto il pignoramento dei beni mobili di Vaskrsic, ma l'esecutore giudiziario non è riuscito ad attuare la delibera del Tribunale. A quel punto, ed era già la metà del 2010, il Tribunale ha detto sì al sequestro e alla vendita dell'immobile. Vaskrsic è stato informato che ci sarebbe stata un'asta per la sua casa, ma non ha reagito. La prima asta non ha avuto successo: non c'erano acquirenti disposti a pagare 150mila euro. In novembre del 2010 è arrivata la seconda asta, ma questa volta è andata diversamente: la casa è stata venduta per 75mila euro. A quel punto Zoran Vaskrsic ha capito che le cose si stavano mettendo molto male, ha saldato il conto di 124 euro e lo stesso creditore ha informato il Tribunale dell'avvenuto pagamento, ma la frittata era ormai fatta: la casa apparteneva già a un'altra persona.

Da quel momento è iniziato il vero calvario della famiglia Vaskrsic, fino a venerdì mattina con l’epilogo dello sfratto. All'arrivo dell'esecutore giudiziario la casa era già vuota e lo stesso Vaskrsic era pronto ad andarsene. In suo soccorso sono arrivate alcune decine di manifestanti e la polizia ha dovuto usare le maniere forti per lo sgombero, tanto che ben 18 persone sono state fermate e rilasciate qualche ora più tardi, ma non c'è stato nulla da fare. Sulla casa sono state già sostituite le serrature, in attesa dei nuovi inquilini.

La vicenda, neanche a dirlo, ha scatenato una serie di reazioni. Se anche Vaskrsic ha per anni ignorato deliberatamente tutti gli inviti a saldare il debito, è emerso prepotentemente il problema dell'enorme squilibrio tra il provvedimento di vendita all'asta della casa del debitore – con successivo sfratto – e l'entità del debito. È un caso senza precedenti. Il governo ha annunciato che studierà la possibilità di modificare le norme che hanno consentito che si arrivasse a questa soluzione scandalosa, ma, intanto, una famiglia è rimasta senza casa.

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