«Non lo sentirò più dire “nonno, ti voglio bene”. Solo la fede adesso mi aiuta a non crollare»

Lo strazio dell’ex parlamentare Niccolini. «Alessio era pieno di energia. Amava lo sport e il teatro. Dopo le medie si sarebbe iscritto al Galvani» 
Lasorte Trieste 07/03/19 - Sistiana, Scuola Media De Marchesetti
Lasorte Trieste 07/03/19 - Sistiana, Scuola Media De Marchesetti

Tredicenne precipita dal Rilke: le immagini dei soccorsi

TRIESTE «Ciao nonno, ti voglio bene». Così Alessio salutava Gualberto Niccolini al termine di ogni telefonata. Un saluto che, d’ora in poi, il nonno non sentirà più. «Ho passato la notte a piangere e pregare, - racconta, devoto alla Madonna di Medjugorje -, guai se non avessi la fede a sorreggermi in questo momento».



Mercoledì sera, l'ex parlamentare è stato avvisato della tragedia dalla sua ex moglie, madre della figlia Benedetta. Poi il buio, il vuoto, e la difficoltà di ammettere che quel dolore inimmaginabile era piombato proprio sulla sua famiglia. «Mio nipote era sempre attivo, frenetico, pieno di energia,- premette -. Anche mercoledì mi hanno raccontato che, mentre la madre con il cane Tobia passeggiava sul Rilke, lui correva avanti e indietro. Poi, ad un tratto, la mamma voltandosi non l'ha visto più. Ha percorso avanti e indietro quel tratto del sentiero chiamandolo, ma lui non c’era.

Tredicenne scivola sul sentiero Rilke e muore dopo un volo di trenta metri
I soccorsi sul sentiero Rilke

Ha allertato il marito che si è precipitato sul posto avvisando i colleghi vigili del fuoco, ma solo all’arrivo dell’elicottero è stato possibile individuare il suo esile corpo adagiato su quelle rocce». A quel punto, il medico calandosi dall’elicottero non ha potuto far altro che constatare il decesso del ragazzino.

Lo choc dei pompieri colleghi del padre e il dolore dei residenti di Borgo San Mauro

«È stato imbragato - racconta il nonno con la voce provata dal dolore - e il padre, che un’infinità di volte è stato impegnato nel soccorso di persone in situazioni analoghe, ha voluto partecipare al recupero di suo figlio, aggrappandosi a quella fune che riportava Alessio al punto da dove era precipitato, tirando con tutta la sua forza». Lo stringere quella corda e lo sforzo per recuperare quel corpo ormai esanime, è stato forse l'ultimo estremo atto d'amore di quel padre verso il figlio.

Rose e messaggi dei compagni appoggiati sopra il suo banco
Lasorte Trieste 07/03/19 - Sistiana, Scuola Media De Marchesetti


Alessio riportava profondi segni di un colpo alla testa. Nessuno l’ha visto nel momento in cui è precipitato, quindi non è chiara la dinamica dell'incidente: potrebbe aver scavalcato il parapetto, oppure ciondolandosi aver perso la presa. «La madre e la nonna si sono sentite male e sono state portate al Maggiore, - aggiunge Niccolini -.Tutti noi siamo stati supportati anche da uno psicologo. Ma l’abbraccio più commovente è stato quello di tanti amici e dei colleghi di Massimiliano, i vigili del fuoco, che si sono precipitati all’ospedale per stargli accanto. È un dolore straziante, difficile da gestire, inimmaginabile».

Niccolini, che a differenza dei genitori e della nonna non era sul Rilke nel momento in cui Alessio è stato recuperato, non ha potuto vederlo. E lancia un appello al magistrato che segue il caso. «L’indagine non mi consente in questo momento di poterlo vedere - riferisce -, ma chiedo con il cuore in mano al pm che me lo faccia riabbracciare prima di un’eventuale autopsia».

A tradire Alessio sono state le rocce, sulle quali precipitando ha sbattuto il capo. Quelle stesse rocce che lui adorava. Fin da piccolo si esercitava arrampicandosi nella palestra di roccia che si trova sulla Napoleonica. Era un amante degli sport più impegnativi, faceva rafting, affrontava percorsi anche difficili in mountain bike, praticava la break dance e in acqua faceva ogni tipo di evoluzione. «Era un ragazzino felice, sempre sereno, affettuoso. Faceva mille attività e, oltre allo sport, amava il teatro - racconta il nonno -. E infatti, dopo la terza media, intendeva frequentare il Galvani, anche perché lì c’è un corso di spettacolo che lo interessava».

Ieri mattina Niccolini ha voluto andare sul Rilke, sul luogo della tragedia, e poi abbracciare i compagni di classe di Alessio alla scuola Marchesetti di Borgo San Mauro. «Erano distrutti, piangevamo insieme - riferisce disperato -. Le prime due ore hanno avuto il supporto di uno psicologo, hanno scritto dei messaggi in ricordo di Alessio, che poi consegneranno ai suoi genitori». Nel ricordare il giovane nipote, il nonno svela un altro aspetto del suo carattere che lo rendeva ancora più speciale. «Difendeva il fatto di volersi sentire ancora bambino, cresceva ma restava ancorato alla sua infanzia, - spiega - si divertiva pure con i nuovi giochi tecnologici, ma per lui il massimo restava giocare con i Lego. Ecco, sono quella sua semplicità, l'ingenuità e la spensieratezza la sua ricchezza più preziosa». —


 

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