"Non esiste alcuna bambina dispersa sul Carso italo-sloveno": ricerche interrotte

La conferma dalla Questura: i migranti si sarebbero inventati la storia della piccola scomparsa dopo essere stati fermati dalle autorità slovene nell'area di San Servolo. 
Le ricerche dall'alto con il "drago"
Le ricerche dall'alto con il "drago"

TRIESTE Non è mai esistita una bambina nel gruppo dei migranti fermati questa mattina dalle Autorità slovene e dunque sono annullate le ricerche su entrambi i versanti del confine italiano e sloveno. Lo si apprende dalla Polizia di Frontiera della Questura di Trieste, diretta da Giuseppe Colasanto, che lo ha appreso dalle Autorità slovene.

Il gruppo di migranti, composto da sei persone, tutti maschi e adulti, avrebbe inventato la vicenda della piccola, forse per impietosire i poliziotti sloveni che li avevano fermati. Il gruppo ha raccontato che assieme a loro viaggiava una bambina che sarebbe scappata pochi istanti prima l'arrivo della polizia, spaventata dalla presenza dei poliziotti e dai cani di questi ultimi.

Il falso allarme era scattato attorno alle 10 di giovedì 2 luglio. Subito si erano attivate le ricerche al di qua e al di là del confine nell'area tra San Dorligo-San Servolo e Prebenico.

Le operazioni sono state state condotte dalla polizia slovena, ma alle ricerche hanno collaborato anche la Polizia di frontiera italiana, i vigili del fuoco, i carabinieri, il soccorso alpino, l'elicottero del Nucleo Volo Venezia, due unità di Tas - Topografia Applicata al Soccorso, due Unità Speleo Alpino Fluviale/ Saf, la partenza del Distaccamento di Muggia. Tutto fino all'inaspettato colpo di scena, attorno alle 15.

A confermare l'accaduto è anche il Comando provinciale dei Carabinieri di Trieste, che ha partecipato alle ricerche fornendo uomini e mezzi. 

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