«Non c’è vino in casa». E pesta la mamma

Accuse di maltrattamenti e lesioni aggravate per un trentenne alcolista. Per anni ha reso impossibile la vita alla donna. Il gip dispone l’allontanamento
Il tribunale di Trieste
Il tribunale di Trieste



Pretendeva «due o tre litri di vino e tre pacchetti di sigarette» al giorno. Se la mamma non lo accontentava, lui la picchiava. In un’occasione ha anche tentato di strozzarla afferrandola al collo con entrambe le mani. È una vicenda di violenze fisiche e psicologiche quasi quotidiane quella che si è consumata per mesi, fino a pochi giorni fa, in una casa di Longera e che la Procura si è trovata dinnanzi: un figlio alcolizzato che pesta la madre per bere e fumare.

Lui, trentenne, dovrà ora rispondere di maltrattamenti e lesioni aggravate. Il gip Luigi Dainotti ha anche emesso a carico dell’indagato un’ordinanza di allontanamento «immediato» dall’abitazione famigliare con la disposizione di non fare ritorno senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria.

Il figlio non potrà nemmeno avvicinarsi ai luoghi frequentati abitualmente dalla madre. Dovrà starle alla larga, insomma, il più possibile. Altrimenti rischia il carcere.

Gli episodi di violenza raccolti nell’indagine della Procura sono numerosi e dettagliati. Si trascinano dal 2016: il trentenne, spesso ubriaco e incapace di trattenere l’ira, aveva sottoposto la mamma convivente a un regime di sottomissione obbligandola soprattutto ad acquistare quotidianamente vino e sigarette, senza peraltro contribuire in nessun modo alla gestione delle spese famigliari.

«Voleva due o tre litri e tre pacchetti al giorno… e sempre con i miei soldi», ha riferito la vittima. Lei, se non obbediva agli ordini, veniva pestata selvaggiamente.

Le situazione è via via peggiorata negli anni proprio a causa dei problemi del figlio con l’alcol. Risale al 2016 la prima aggressione, forse la più grave: lui sfatto di vino, che si scaglia sulla madre bloccandola e stingendole la gola. «Ha tentato di stozzarmi», ha spiegato la signora nella sua denuncia.

Per due giorni la donna non aveva fatto più ritorno a casa. Aveva anche cercato aiuto presso un Cento di salute mentale cittadino, chiedendo la presa in carico del figlio violento. Convivere nella stessa abitazione era diventato ormai impossibile.

Ma i maltrattamenti sono proseguiti. Lo scorso dicembre, durante il periodo natalizio, ecco l’ennesima violenza tra i muri di casa. Stavolta innescata da un litigio: dalle parole il trentenne è passato presto alle mani sferrando uno spintone alla madre che l’ha fatta cadere a terra e sbattere la schiena. La signora, quel giorno, è finita in Pronto soccorso.

Gli altri fatti sono di queste settimane: a metà luglio la donna è stata presa a schiaffi; a fine mese, invece, si è vista arrivare una raffica di pugni addosso.

In questo periodo la mamma è ospitata in una struttura protetta. —



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