Non c’è più spazio, la biblioteca manda 500 libri al macero
CORMONS Rischio macero per i libri di autori locali come il filosofo Carlo Michelstaedter, il partigiano Vanni Padoan, il regista e scrittore Pier Paolo Pasolini, ma anche per titoli classici come quelli di Kafka, Tolstoj, Joyce, Camilleri e Primo Levi. Succede a Cormons, dove la biblioteca non ha più posto per tutti i volumi ospitati e dove, con una determina, gli uffici comunali propongono, per circa 500 libri, di «provvedere all’eliminazione degli stessi mediante macero e/o donazione”. Una terminologia che ha messo subito in allerta alcune personalità culturali cittadine e la stessa amministrazione comunale, che assicura tramite l’assessore alla Cultura Martina Borraccia: «Troveremo una soluzione affinché questi libri vengano salvaguardati, non vogliamo mandare al macero nulla: cercheremo di favorire la strada della donazione».
Il problema riguarda solo opere delle quali esistono copie in sovra numero: nonostante restino in archivio dunque altre edizioni, è sempre spiacevole pensare al fatto che dei libri possano essere eliminati, e l’amministrazione ha detto che farà in modo «che questo non avvenga».
A sollevare il problema per primi sono stati il giornalista Franco Femia e lo storico Giovanni Battista Panzera. Quest’ultimo, letta con dispiacere la determina numero 1447 “Revisione e scarto del patrimonio documentario della Biblioteca Comunale di Cormons” con la quale il servizio competente individua in 50 pagine una lunga serie di libri “obsoleti e non più rispondenti alle finalità della Biblioteca stessa” si è incuriosito e ha scorso il lungo elenco. «Vedo libri di Umberto Eco, Primo Levi, Karl Kraus, Franz Kafka, Joyce, James, Pier Paolo Pasolini, Carlo Michelstaedter e tanti altri autori. Ma con dispiacere vedo anche tutti i libri di Francesco Burdin, scrittore di origini cormonesi, che lui stesso donò alla biblioteca di Cormons in occasione di un premio assegnatoli dalla Cantina produttori, così come il primo libro di Vanni Padoan “Abbiamo lottato insieme: partigiani italiani e sloveni al confine orientale” ed il Catalogo del fondo antico della Biblioteca del Seminario di Gorizia redatto da Silvano Cavazza, un volume importante per chi fa ricerca. Ritengo che la biblioteca debba rimanere tale e non ridursi ad un semplice banco di prestito libri. Mi chiedo se la commissione comunale della biblioteca abbia preso atto di questo lungo elenco di libri da radiare. Per evitare che questo piccolo patrimonio vada disperso mi offro di custodire e conservare una parte importante di questi libri “obsoleti” per restituirli alla biblioteca comunale quando verrà ritenuto di riprenderli in carico e reintegrarli nel nostro patrimonio librario».
Aggiunge poi Panzera: «Anche se si tratta di copie in più, credo sia sbagliato ipotizzare che vadano perse: si faccia in modo che possano essere preservate anche quelle». E proprio sul tema della commissione comunale della biblioteca interviene il consigliere comunale di opposizione Edoardo Mauri: «In un anno e mezzo di amministrazione Felcaro la commissione non è stata ancora convocata: credo che una decisione così importante debba essere concordata da uffici e personale con i rappresentanti istituzionali. Il problema non riguarda solo i classici come Kafka e Tolstoj, che se vogliamo possiamo trovare con facilità in altre biblioteche o librerie, ma anche e soprattutto gli autori locali le cui opere sono più difficilmente reperibili altrove. È il patrimonio culturale del nostro territorio che va assolutamente salvaguardato, perché si parla di scritti relativi alla nostra storia ed al nostro vissuto. Non possono certo rischiare il macero come se nulla fosse».
La palla passa ora tra i piedi dell’amministrazione comunale. —
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