Non cancelliano la scritta “La verità è rivoluzionaria”
La “verità” non si cancella. Tanto mento se è rivoluzionaria. E meno ancora se la scritta “La verità è rivoluzionaria” è l’ultima rimasta all’interno dell’ex Opp di Ugo Guarino, l’artista triestino, vignettistica del Corriere della Sera, che aspetta da 8 anni una mostra dalla sua Triste. C’era un’altro graffito simbolo di Guarino "La libertà è terapeutica" che è stata rimosso. «Dei murales e delle scritte che hanno segnato il periodo della chiusura dell'ospedale psichiatrico di Trieste oramai esistono solo testimonianze fotografiche. Per incuria, disinteresse, sono state quasi tutte cancellate. Ne resta solamente una sulla palazzina del laboratorio di disegno, "La verità è rivoluzionaria". La palazzina sarà primo o dopo oggetto di un intervento di restauro. Molto probabilmente anche questa scritta, se non si interviene, verrà cancellata. Cerchiamo di impedirlo». Così per caso è nato un gruppo fu Facebook per iniziativa di Elisa Biagi e Fulvio Rogantin. «Questa pagina è stata creata per salvare l'ultima scritta che testimonia il periodo della deistituzionalizzazione del manicomio di San Giovanni a Trieste. Nasce con l'intento di far sapere cosa sta accadendo, per cercare di evitare la rimozione delle ultime tracce di quella storia, per evitare in ogni modo che almeno non accada nel silenzio generale. Non deve accadere ancora e nel silenzio generale».
Il gruppo, nato l’11 ottobre, è esploso in pochi giorni raggiungendo le 796 persone. «Il bacino di persone che sta seguendo la pagina è ha raggiunto attualmente le 10.651 persone - spiega Elisa Biagi -. Oltre a Assunta Signorelli (ed direttore del Dipartimento di salute mentale, ndr) altre persone di spicco ci stanno seguendo, soprattutto legate al mondo artistico che riconoscono il valore di Guarino e dell'esperienza di avanguardia legata alla sperimentazione artistica prima dell'assetto odierno». Tra gli artisti citiamo ci sono Elisa Vladilo (public art) ed Escapista, fotografo appena pubblicato sul Financial Times ("Triestini" ), Erika Cei (fotografa dell'anno 2014 per la Fiaf con progetto sulla salute mentale), Lucamaleonte (street artist), Diego della Posta, in arte Mr Thoms (street artist), Manuel Pablo Pace (pittore e street artist), Giulio Vesprini (street artist). Ci sono poi Christian Omodeo, italiano residente a Parigi che insegna alla Sorbona, che ha pubblicato anche un articolo sulla scritta, Virginia Julie Marchione, romana esperta in pubblic art, arte urbana e contemporanea. Sono circa il 40% i contatti che arrivano da fuori Trieste.
Negli anni di Basaglia di i scritte e murales le palazzine erano piene. Pian piano sono state cancellate. E stata persino cancellato il dipinto di Guarino fatto nel 1975 in occasione della gita in aereo , cancellate le scritte “Vogliamo il pane e le rose“, “Venga a prendere l’elettrochoc da noi, firmato Pinochet” e “Cile dentro una nera camicia di forza“. Quest’ultima ebbe l’onore di essere citata addirittura in un consiglio provinciale perché oggetto di una “guerra” tra Guarino e l’ispettore provinciale. Racconta Ugo: «Mentre quasi gavevo finì de piturar el muro “cile”, xe aparso un signor che me diseva delle robe ma no sentivo. Ghe go fato segno che el vegni dentro e no me go mosso. Lui xe vignù. “Lei chi la xe?”. “Son el pitor, Ugo Guarino, e lei chi la xe?”. “Son l’ispetor provinciale ecc., ecc,”Vizin de lui iera un degente che gavesi avù l’incarico de coverzer le scrite. El degente iera in imbarazo, ma el ga fato. Sicome son velocissimo dopo un quarto d’ora go rifatto le scrite. Xe tornà l’ispetor ordinando de ricancelarle. El mato me ga dito “La me scusi”. E mi “ordini xe ordini, la fazi che mi rifazo”». )
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