Non bastano i piani bisogna intervenire sulle leggi italiane

L’istanzaNon bastano i soldi, se mancano i supporti legislativi. I progetti sono sempre meritori, ma sarebbe preferibile non averne bisogno, magari individuando strumenti normativi utili a far sì che...

L’istanza

Non bastano i soldi, se mancano i supporti legislativi. I progetti sono sempre meritori, ma sarebbe preferibile non averne bisogno, magari individuando strumenti normativi utili a far sì che il marito-padrone sia reso effettivamente inoffensivo, non più in grado cioè di picchiare, maltrattare, abusare della compagna d’una vita. «È giusto sensibilizzare le donne a denunciare il coniuge violento, ma se poi le misure di cui si dispone, come il provvedimento dell’allontanamento, non si dimostrano efficaci allora è un buco nell’acqua – sottolinea la prima cittadina Anna Cisint – e penso alla recentissima tragedia del Mantovano, l’ennesima storia di violenza tra marito e moglie risultata stavolta letale per uno dei figli della coppia». A Sabbioneta, infatti, un uomo ha incendiato la casa dove viveva la consorte per farle pagare l’intenzione di lasciarlo: a morire soffocato dal fumo è stato però il figlio 11enne, Marco, che si trovava in camera da letto.

Insomma, per Cisint il sistema da un punto di vista legislativo va rivisto e, dopo un ragionamento anche con le associazioni, va esercitato pressing a Roma. A Monfalcone l’amministrazione, nel suo piccolo, ha destinato – trattenendolo proprio per l’esigenza di accogliere donne maltrattate con o senza figlia – uno dei propri alloggi di edilizia sovvenzionata. Una casa di “transito”, inaccessibile all’orco. Fino a ottobre a contattare il centro antiviolenza sono state 141 donne (20 straniere e 122 italiane). È cresciuta la cifra dei ricoveri: 13 donne (il doppio dell’altr’anno) e 10 minori. —

Ti.Ca.

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