Non banalizzare la biologia e la medicina
Se sfogliate l'archivio del “Piccolo” troverete che, durante tutto il 2015, il termine "Dna" è stato usato 551 volte. Ha vinto la gara con "gene o genetica" (303 volte), "vaccino o vaccinazione" (141), "Ogm" (91), "staminali" (90), "embrione o embrioni" (67). Questi numeri rendono bene l'idea di come biologia e medicina siano ormai uscite dai laboratori per entrare prepotentemente nella vita e nel linguaggio comune. Come sono raccontate le storie che riguardano questi argomenti sui giornali e alla televisione? Non sempre in maniera impeccabile, ma certamente con uno stile molto più professionale e accurato di soltanto pochi anni fa. Purtroppo non si può dire lo stesso di internet, dove continuano a dilagare messaggi artigianali, fuorvianti, talvolta incoscienti o fraudolenti.
Raccontare bene la scienza in biologia e medicina porta con sé una responsabilità diversa dal farlo in fisica o matematica. Scrivere male del bosone di Higgs o dell'ultima radiazione elettromagnetica spreca un'opportunità di sapere. Ma esporre male dell'uso delle cellule staminali o dei geni che predispongono ai tumori ha un impatto diretto sulle aspettative e sulle scelte etiche di chi legge o ascolta.
Almeno due le regole fondamentali. Primo: mai confondere l'aneddoto con la scienza. Da Galileo in poi, la ricerca scientifica funziona con le sperimentazioni controllate che generano differenze significative dal punto di vista statistico. L'aneddoto è il caso singolo, irripetibile, spesso irriproducibile; è il paziente che è migliorato con un placebo, o quello che è morto pur ricevendo un farmaco attivo. L'aneddoto è molto ricercato nei talk show televisivi, ma non fa avanzare la scienza; alimenta invece il mondo spesso fraudolento di internet.
Secondo: mai banalizzare. La scienza è complessa, gli esperimenti pianificati per svelarla ancora di più. Ogni scoperta porta dietro di sé molte più domande di quanto siano quelle cui dà risposta. Raccontare le scoperte non può ridursi alla trama di un film americano, con il bene e il male separati nettamente e un eroe che alla fine fa trionfare il primo. La realtà della biologia e della medicina è variegata e difficile. E' costellata da variabili che difficilmente riescono a essere controllate sperimentalmente come invece riesce la fisica, a partire dalla diversità genetica degli individui su cui le sperimentazioni sono eseguite. I problemi dei vaccini, delle cellule staminali, degli Ogm vanno inquadrati e contestualizzati.
Governare la complessità deve essere il principio che guida non soltanto chi la scienza la fa in laboratorio, ma anche chi vuole capire i meccanismi della vita, delle malattie e delle cure.
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