Nomine e giunta, Lega in pressing su Tondo

Non c'è solo Sappada nell'agenda della Lega del Friuli Venezia Giulia. Accanto al progetto di ampliamento della provincia di Udine ci sono questioni molto più locali: dalle nomine, sulle prime, quelle delle Ater, il Carroccio ha già fissato i paletti, al taglio degli enti inutili, dalla riforma delle autonomie al riassetto delle deleghe
Il Consiglio regionale del Fvg
Il Consiglio regionale del Fvg
TRIESTE.
Non c'è solo Sappada nell'agenda della Lega del Friuli Venezia Giulia. Accanto al progetto di ampliamento della provincia di Udine ci sono questioni molto più locali: dalle nomine, sulle prime, quelle delle Ater, il Carroccio ha già fissato i paletti, al taglio degli enti inutili, dalla riforma delle autonomie al riassetto delle deleghe: a non convincere i padani è sempre l'assessore alla Cultura, Roberto Molinaro.


RIFORME
Pietro Fontanini, il segretario regionale, è stato il primo, poche ore dopo il voto delle regionali, a chiedere la verifica. Manca una data ma che quella riunione sia prossima non ci sono dubbi. «Il voto non cambia gli equilibri sul territorio - spiega il presidente della Provincia di Udine - ma, se a Roma lo interpretano come il definitivo via libera alle riforme, in Friuli Venezia Giulia non dobbiamo stare fermi e partire decisi verso le riforme pure noi». Si è battuta la fiacca in questi mesi, ha rilevato Fontanini, il Consiglio non legifera: «C'è il programma, basta attuarlo. Diamoci una mossa».


SCALETTA
Non è il primo richiamo, tutt'altro. Nell'estate del 2008, a pochi mesi dalla vittoria elettorale, Fontanini disse rivolto a Tondo: «Se si distrae, gli ricordiamo la scaletta». Un avvertimento sempre tenuto vivo. La Lega incalza, richiama all'ordine (del programma), minaccia di non votare piani di riforme (come quello socio-sanitario) in assenza di misure che si ritengono imprescindibili (come la chiusura degli ambulatori per clandestini). Gianfranco Moretton non ha dubbi: «La Lega continua a dettare l'agenda. Se non è proprio così, la Lega ha almeno la scaletta sempre in testa».


NOMINE
Il primo nodo sarà quello delle nomine. In ordine di tempo si inizia con le Ater, le aziende territoriali che gestiscono il patrimonio delle case popolari. Fontanini snocciola gli obiettivi del Carroccio: «Presidenza di Pordenone e di Tolmezzo, vicepresidenza di Trieste». Sulla poltrona tolmezzina potrebbe esserci qualche problema ma la Lega, secondo accordi non scritti ma sostanzialmente definiti sin dalla primavera 2008, avrà anche la presidenza di Promotur e la vicepresidenza di Fvg Strade.Il Pdl non starà ovviamente a guardare (presidenza di Fvg Strade, di tre Ater, di Friulia e Finest), solo un contentino all'Udc (Agemont e vicepresidenza dell'Ater di Udine).


ATO
Un'altra richiesta su cui la Lega non transige è la rapida chiusura degli Ato e il conseguente trasferimento delle competenze alle Province. «C'è una legge dello Stato molto chiara, adesso tocca a noi», sottolinea anche il segretario padano. Che insiste anche sulla riforma degli enti locali: «Dobbiamo uscire il più presto possibile dall'impasse dalle comunità montane e definire l'alternativa. Serve in generale un sistema più snello a vantaggio dei cittadini».


UDC
C'è poi anche la politica. Con l'Udc, non è una novità, i rapporti non sono ottimali. Fontanini non digerisce Molinaro e, in particolare, la gestione della cultura. La Lega non chiederà il rimpasto ma qualche spostamento di deleghe sì. La scorsa settimana, in Consiglio, non è mancato lo scontro (cercato?, voluto?) sulle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Fontanini è sarcastico: «Ci sono altre cose ben più importante, comprese nel programma e determinanti per la gente. Altro che queste "menate" tirate fuori dall'Udc».

Riproduzione riservata © Il Piccolo