Nomina di Martini a vicesindaco botta e risposta Crepaldi-Cosolini
Il vescovo: desolante se fosse arrivata in Comune solo come silurata da Vita Nuova, bene chiarire. Il sindaco: interpretazioni strumentalizzate dal centrodestra, l’indignazione va indirizzata altrove
La storia, il ruolo, le idee del nuovo vicesindaco di Trieste, l’ex direttore di “Vita nuova” Fabiana Martini, che un anno fa lasciò la testata dopo un tesissimo testa a testa con la nuova linea imposta dal vescovo aprono, dopo quello tra le forze politiche, un dialogo a distanza, diplomatico ma appuntito, anche tra monsignor Giampaolo Crepaldi e il sindaco Roberto Cosolini, a proposito dell’intervista che sul numero di “Vita nuova” uscito ieri firma il direttore Stefano Fontana.
Dopo aver ricordato le proprie indicazioni per un sindaco attento alle «esigenze non negoziabili» dei cattolici, che in certi atti di Martini non trova ora rispettati (dice più in là), Crepaldi invita Cosolini stesso a smentire le voci secondo cui quell’incarico in giunta sarebbe una sorta di risposta dimostrativa, una sfida per interposta persona. Domanda Fontana: «Si dice che è stata nominata “perché silurata, o scaricata, o defenestrata o fatta fuori dal vescovo Crepaldi”». «Questa versione dei fatti è una favola metropolitana - risponde il vescovo -, la storiellina del vescovo-orco e della santina-martire è buona solo per gli sciocchi e per i malintenzionati che, anche a Trieste, non mancano. Sarebbe desolante se l’unico credito che l’ha portata a quella poltrona fosse stato il fatto di essere stata “silurata” dal vescovo. Ogni cittadino di buon senso vedrebbe in questo un segno di disprezzo verso la città e un preoccupante segnale di decadenza della presenza dei cattolici in politica. Nutro la convinzione - aggiunge Crepaldi - che se arrivasse una parola chiarificatrice circa le personali motivazioni di vicesindaco e sindaco questo potrebbe contribuire a rendere il quadro più credibile e sereno».
«La nomina a vicesindaco di Fabiana Martini, che gode della stima totale dell’intera mia coalizione - risponde Cosolini - corrisponde solo ai criteri con cui ho nominato tutta la giunta: spirito di servizio, competenza, rinnovamento. Le interpretazioni distorte sono un’evidente strumentalizzazione politica dal centrodestra: l’indignazione del vescovo va indirizzata lì, l’interpretazione offensiva ha nome e cognome».
Ma, per interposto vicesindaco, Crepaldi sollecita altre risposte. Martini ha preso parte alla presentazione del libro di don Pierluigi Dipiazza, uno dei “preti della strada” causa della storica “querelle” sulla testata della Diocesi, libro che Crepaldi critica come «corrosivo e distruttivo», favorevole ad «aborto, divorzio, eutanasia, testamento biologico, nuove forme di famiglia». E i «valori non negoziabili»?
Cosolini: «Ci sono opinioni diverse tra credenti e no, e anche tra credenti e credenti, e come il vescovo esprime liberamente le proprie opinioni, così gli altri. Chi rappresenta la Giunta deve aver fermo il principio che vanno rispettate tutte le sensibilità, anche quelle della sfera religiosa, ma nella convinta affermazione della laicità della politica».(g. z.)
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