«Noi volontari in aiuto agli anziani portando nelle loro case la spesa»

I componenti del team della Protezione civile comunale triestina ogni giorno in missione E Giuliano racconta: «Negli occhi di chi ci apre la porta incontriamo paura e confusione» 
Il centro operativo della Polizia locale
Il centro operativo della Polizia locale

TRIESTE Se da una parte è soprattutto alla popolazione anziana che è rivolto l’invito a restare a casa per limitare la possibilità di contrarre il coronavirus, in quanto si tratta di soggetti più a rischio, allo stesso tempo dall’altra non tutti hanno la possibilità di chiedere un supporto ad amici e familiari per procurarsi i beni di prima necessità. In questi casi, entrano in azione i volontari della Protezione civile, che ogni giorno mettono a rischio la loro salute per aiutare coloro che più ne hanno bisogno durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19.



Da un paio di settimane, infatti, il Comune di Trieste ha attivato il numero verde 800388688, operativo da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18, gestito da Televita e dai Servizi sociali in collaborazione con la Protezione civile comunale per rispondere a richieste di aiuto o di commissioni, come la spesa e la consegna di medicinali, a favore di anziani di età superiore ai 70 anni o di altre persone con problemi di spostamento. A oggi, sono oltre un centinaio i cittadini che hanno fatto richiesta di tale servizio.

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Quando le loro richieste giungono nella base operativa della Protezione civile, vengono poi smistate tra la ventina di volontari presenti sul campo, affiancati eventualmente dall’Associazione Amici delle Iniziative Scout e dall’Associazione Nazionale Alpini nel caso in cui fosse necessario coprire delle carenze. Il volontario contatta quindi la persona e si reca alla sua abitazione, indossando tutti i dispositivi di protezione necessari e rimanendo fuori dalla porta. Una volta ricevuti la nota della spesa o la ricetta dei farmaci e i soldi per pagarli, va a compiere gli acquisti e torna a consegnare tutto, sempre mantenendo le dovute distanze.

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Come puntualizza Milvia Chersi, la coordinatrice della Protezione civile comunale, i volontari non entrano mai nelle abitazioni e indossano sempre la divisa con le mascherine e i guanti. È importante fare caso a questi dettagli per distinguerli dai finti operatori che si offrono di fare la spesa e poi ne approfittano per truffare o rubare il malcapitato di turno, come purtroppo è capitato in questi giorni.

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Chersi riferisce che sono tanti i privati cittadini che stanno chiedendo di fare i volontari e la lista continua ad allungarsi col tempo. «Noi raccogliamo le richieste – spiega –, però, finché riusciamo a tenere la situazione sotto controllo coi gruppi già costituiti, evitiamo di “reclutare” altre persone per questioni di sicurezza, sia nei confronti del volontario che dell’utente».

La coordinatrice della Protezione civile comunale ricorda che esiste anche, come alternativa, il servizio di consegna della spesa a domicilio da parte di alcune catene e di negozi alimentari, così da alleggerire il carico di lavoro dei volontari attivi sul campo. Tra costoro, in questi giorni c’è anche Giuliano Gherdol. Giuliano è attivo nella Protezione civile da tre anni, ma è la prima volta che si trova a fronteggiare un’emergenza del genere. «È una situazione nuova per me come per tutti – dice –. C’è chi ha fatto l’esperienza all’Aquila dopo il terremoto, ma è diverso farlo nella propria città e in un’emergenza così particolare».

La parola che usa per descrivere la sensazione prevalente relativamente alla situazione è «alienante». Come esempio esplicativo di ciò, racconta: «Quando vado a consegnare la spesa alle persone anziane, vedo negli occhi di alcune di loro la paura, l’ansia e la confusione di non potersi avvicinare a me ed è chiaro che invece vorrebbero scambiare due parole e invitarmi a bere un caffè». «A lungo termine può essere molto faticoso – riflette Giuliano –, mentre durante le altre emergenze c’è almeno un contatto umano che ti aiuta e ti dà forza». Anche con gli altri volontari – spiega – c’è poco tempo per parlare e quindi si preferisce dare spazio alle battute per sdrammatizzare, mentre i temi più forti si affrontano spesso in famiglia. Inoltre, durante il suo servizio, Giuliano ha riscontrato una situazione piuttosto allarmante: «Ci preoccupa che notiamo troppa presenza di persone anziane per le strade. Penso che sia per cercare di mantenere psicologicamente la vita come prima, per sentirsi vicini alle persone attorno». La raccomandazione per loro, come per tutti, è sempre la solita: restare a casa per tornare il prima possibile nelle strade. Nel frattempo, se si rende necessario, ci si può affidare ai volontari della Protezione civile. —


 

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