«Noi, quattro “galletti”: ma in barca funziona alla grande»

Lorenzo Bressani, uno dei velisti più titolati del golfo di Trieste, racconta i segreti del team di Arca SGR-Wild Thing



In carriera Lorenzo Bressani, “Rufo”, ha vinto tutto quello che c’era da vincere. La perla sono stati i tre Mondiali Melges infilati tra il 2010 e il 2011 (Melges 24 ad agosto, Melges 32 a settembre ancora Melges 24 a maggio), ma ha conquistato titoli praticamente in tutte le classi dal 1998 in poi: 11 mondiali, 7 europei e 17 italiani. È stato in nomination come World sailor of the year nel 2010 e 2011 ed eletto velista italiano dell’anno nel 2001 e nel 2011. E poi, cinque Barcolane. La prima nel 2002, con Uniflair, e poi nel 2003 e 2004 con Alfa Romeo, nel 2005 con Skandia e lo scorso anno con Spirit of Portopiccolo nel team messo assieme da Furio Benussi. Team confermatissimo anche quest’anno, anche se è cambiata la barca e ora è Arca SGR-Wild Thing.

«Team confermatissimo nonostante siamo quattro “galletti” – sorride Bressani –: Furio e Gabriele Benussi, Alberto Bolzan ed io, oltre a quello che è un grandissimo amico di tutti noi che è Spanghy (Stefano Spangaro, ndr). Però tra noi quattro ci siamo divisi i compiti molto serenamente e le cose funzionano. Furio è al timone, io sono il tattico, Gabriele lo stratega delle rande e Alberto quello che viene chiamato il crew boss, ovvero il regista: se ne sta a metà barca e dà gli ordini là davanti». Tre di questi quattro “galletti” sono “nati” nella velica di Barcola e Grignano (Rufo e i Benussi, più Spanghy) mentre il quarto, Alberto Bolzan... Il quarto lo ha “scoperto” proprio Bressani: Giro d’Italia a vela, c’è la necessità di rimpolpare l’equipaggio di “Trentino” e Rufo si ricorda di un ragazzino che ha conosciuto nel golfo. Alberto Bolzan. Una telefonata e... E Alberto sta facendo gli esami di maturità. «Faccio l’orale e arrivo». E adesso sono tutti assieme lì, sulla stessa barca, anche se magari non sono più soci dello stesso circolo.

E domenica? «Domenica sarà finalmente una Barcolana combattuta. Con almeno quattro barche favorite»: anche Bressani conferma quella che ormai è opinione corrente in città tra chi vive il mondo della vela. «Quali i punti di forza di ciascuna delle tre avversarie? Tempus Fugit è alla seconda esperienza con la stessa barca, la conosce meglio. E con venti sopra i 10/12 nodi ha una vela particolare da poppa che in certi angoli fa diventare questa la barca più veloce di tutte. Morning Glory in mano a EWol? Una barca molto rodata, testata negli anni. Le sue dimensioni, visto che è un po’più piccolina, le offrono in partenza un piccolo vantaggio. A proposito: Furio è stato bravissimo a tenerci fuori dalla querelle in atto sulla charterizzazione della barca: davvero a bordo non ci si pensa proprio. E poi, nel lotto dei favoriti c’è senza dubbio Francesca Clapcich con Golfo di Trieste e l’equipaggio tutto femminile: con bonacciona quella barca è molto avvantaggiata. E domenica potrebbe proprio esserci poco vento. Il curriculum di ciascuna delle ragazze a bordo è eccezionale: se non vinciamo noi, mi auguro che vincano loro, sarebbe un spot bellissimo per la vela e per la Barcolana».

E poi, chiusa la Barcolana, Rufo a cosa si dedicherà? «Innanzitutto fra due mesi ho l’ultimo appuntamento mondiale sui Nacra ad Auckland, in Nuova Zelanda, in coppia con Cecilia Zorzi (che tra l’altro in Barcolana sarà sulla barca di Francesca Clapcich, ndr). E lì si chiuderà la mia esperienza sulle classi olimpiche: un’avventura bellissima, che rifarei tutta, ma nella vita ci sono dei cicli, e questo ciclo adesso si è esaurito. Per il prossimo anno invece c’è innanzitutto il programma stilato per Arca con le classiche del Mediterraneo, come la Giraglia, la Palermo Montecarlo e la Middle Sea. E poi, poi c’è una mezza idea che mi frulla per la testa: la regata atlantica in coppia tra la Francia e St Barth con i Figaro... Chissà...» –



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