NODO INFRASTRUTTURE Porti, Unicredit conferma i contatti in Slovenia
Porti, c’è la conferma: passi su Capodistria. Maurizio Maresca, vicepresidente della Unicredit Logistics: "Operazione finanziaria. Esalterà Monfalcone". Nessun disimpegno sul Superporto che sfrutterà il Corridoio Baltico
TRIESTE
. Nessun ripensamento sul progetto del superporto per Monfalcone e (in futuro) per Trieste, anzi. «L’interesse manifestato per Capodistria, per lo sviluppo del molo terzo e la bretella ferroviaria verso Divaccia, al contrario esalterà il valore strategico del Corridoio Adriatico Baltico che passa per Monfalcone e va diretto al Nord attraverso la Pontebbana». Unicredit Logistics attraverso il vicepresidente, Maurizio Maresca, pur raccomandando cautela «siamo alle fasi preliminari» ripete, conferma i contatti con il governo sloveno e spiega: «si tratta di due progetti diversi». A Monfalcone c’è un diretto coinvolgimento con Maersk per la realizzazione e la gestione, Unicredit «va oltre il suo ruolo». A Capodistria invece sarà un’operazione puramente finanziaria di ”project financing”.
«Unicredit è una primaria banca in Slovenia e come istituto del territorio fa il suo lavoro con i clienti sloveni e non c’è da meravigliarsi che ci sia anche un rapporto forte con il goveno – insiste Maresca – ma si tratta comunque di passi preliminari da approfondire. Questa operazione con Capodistria è finanziaria, di project financing, ed è stato valutato che non contrasta, anzi esalta il ruolo del corridoio Adriatico-Baltico. Siamo comunque agli inizi».
Non aggiunge altro il vicepresidente di Unicredit logistics su questa operazione altamente strategica che punta ad attirare i traffici in tutto l’Alto Adriatico dando la possibilità ai porti in Italia e Slovenia di mettersi in rete per offrire come un unico grande hub i servizi agli armatori vista la previsione dell’aumento della movimentazione delle merci.
Da un lato Monfalcone dove Unicredit logistics sta lavorando con Maersk (la branca teminalistica Apm) per realizzare una superbanchina per i container da 2,5 milioni di teu. Un progetto che doveva coinvolgere anche Trieste, ma che ora punta su Monfalcone che ha tutti i requisiti infrastrutturali di collegamento con le ferrovie per dirigere i traffici al Nord attraverso Tarvisio e la Pontebbana. La tratta ferroviaria Monfalcone-Trieste infatti è già satura e solo la realizzazione del Corridoio 5 con i binari per l’alta velocità-alta capacità potrà risolvere questo nodo. Ma ad essere realisti ci vorranno almeno 30 anni per veder realizzata l’opera viste le esperienze e visto soprattutto la complessità dell’infrastruttura da realizzare, quasi tutta in galleria sino in Slovenia. C’è qualcuno addirittura (è emerso qualche giorno fa a un convegno a Venezia) che ipotizza un Corridoio 6 alternativo Venezia-Ronchi-Tarvisio, verso il Nord.
Nel caso di Monfalcone Unicredit va oltre al suo ruolo e diventa operativa con il braccio «Logistics».
Ben diversa la situazione in Slovenia. Unicredit è una banca del territorio tra le prime tre nel Paese, ha relazioni forti sia con Luka Koper che gestisce il porto di Capodistria, ma anche con la società logistica Intereuropa e le Ferrovie slovene. Tutti e tre clienti sia di Unicredit che di Banca Intesa e anche tra questi due istituti i rapporti sono forti.
L’interesse manifestato per la realizzazione del molo terzo dedicato ai container e alla bretella ferroviaria Capodistria-Divaccia è comunque puramente finanziario, di project financing come fanno altre banche. La stessa operazione che Unicredit sta programmando a Civitavecchia. Su questi temi Unicredit Logistics non si pronuncia, ma si sa che non c’è interesse alla gestione logistica, ci penserà il governo sloveno con gli operatori del porto a mettere il traffico. E quello che si sa è che sarebbero interessati a partecipare alla gestione sia i tedeschi che gli austriaci che si sono fatti avanti con la Slovenia con le società ferroviarie. Manifestazioni di interesse che stanno facendo discutere in Slovenia dove si sono creati fronti contrapposti a favore o contro l’ingresso delle società straniere. Sarà comunque uno di queste due a gestire un domani i traffici a Capodistria. E nonostante l’investimento italiano nei confronti della Slovenia gli stessi advisor di Unicredit avrebbero verificato che l’operazione non dà affatto fastidio a Monfalcone. Il nodo è quello di Trieste. Per la Slovenia, lo ha detto lo stesso ministro dei Trasporti, Patrick Vlacic, la bretella di collegamento tra il porto di Capodistria e Divaccia è «prioritaria». Un’opera che sarà realizzata velocemente e si collegherà con Lubiana. Da qui i tratti ferroviari per Maribor e Budapest sono già realizzati.
È Trieste invece che è tappata per le ferrovie, chiusa sia ad Est che a Ovest fino a quando non sarà realizzato il tratto di Corridoio 5.
E anche se è ancora una lontana ipotesi non è detto che, in attesa della realizzazione della maxi opera (c’è anche il rischio che venga bloccato tutto visti i ritardi dei progetti che hanno provocato le proteste della Commissione europea che ha dato gli ultimi 2 anni di proroga e che ha minacciato di annullare i fondi) non ci sia una sorta di via d’uscita. Si tratta del collegamento ferroviario tra il porto di Trieste e quello di Capodistria. Soltanto sei chilometri: un’opera su cui la Slovenia storce il naso, ma non è detto che, vista la partecipazione dei capitali italiani sul porto sloveno e la bretella ferroviaria, non arrivi un via libera da Lubiana.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Video