Nodo abbonate, al Pedocin bagnanti in fila sotto il sole. E i maschi rischiano l’invasione rosa

TRIESTE In fila per oltre un’ora pur di accaparrarsi un posto al sole al Pedocin. Dopo quelle davanti a supermercati e farmacie nella fase più acuta dell’emergenza, ora le code più lunghe si registrano proprio davanti alla Lanterna, tra anziane signore che non demordono pur di entrare, benché affannate e stremate dal sole battente, mamme con bambini esausti dall’attesa, commesse in pausa e impiegate imbufalite. Insomma: quest’estate, per la tintarella, si serve soffrire.
L’assessore Lorenzo Giorgi, assillato dalle proteste, sta studiando delle soluzioni, tra le quali la più immediata, che attende il via libera degli uffici tecnici, prevede un ripensamento degli spazi che consenta di ampliare la capienza lato donne di 50 posti. Ma Giorgi, in extremis, non esclude neppure di destinare, seppur con una separazione, una fetta dello spazio solitamente riservato agli uomini a mamme e bambini. «L’alternativa era tenerlo chiuso – premette l’assessore – e invece il Pedocin è stato il primo stabilimento ad aprire in regione. Chi protesta deve considerare che ci troviamo di fronte a una situazione eccezionale, con precise linee guida da seguire, ed è bene ricordare che i veri problemi oggi sono altri». Nei giorni scorsi la fila è arrivata persino all’altezza dell’Ausonia.
L’orario da “bollino rosso” inizia intorno alle 13. 30 e prosegue fin oltre le 15. 30. Meno evidenti le criticità al mattino, malgrado prima dell’apertura delle 7. 30, ci sia già chi, impaziente, attende all’ingresso. I frequentatori del Pedocin puntano il dito contro la gestione degli abbonamenti. Infatti, oltre al contingentamento degli accessi imposti dalle linee guida per il riavvio degli stabilimenti balneari – ora i posti complessivi disponibili al Pedocin sono giornalmente circa 900, di cui 300 per le donne e 150 per gli uomini al mattino e altrettanti il pomeriggio – e alla pausa all’ora di pranzo per consentire la sanificazione degli spazi, c’è infatti il nodo legato ai posto riservato agli abbonati.
Il sistema adottato dal Comune prevede, a questo proposito, il mantenimento della prenotazione di uno spazio fino alle 9.30 per il titolo del mattino e fino alle 15.30 per quello del pomeriggio. In questo modo, specie al pomeriggio, al momento della riapertura post-sanificazione, la capienza è ulteriormente ridotta, in attesa di capire quanti abbonati arriveranno. E a ciò si somma l’ulteriore attesa di tutti quelli che si mettono in fila sperando qualcuno esca dallo stabilimento, liberando così un nuovo accesso.
«Non è escluso neppure si sospenda la possibilità di fare gli abbonamenti, opzione che mirava a garantire un posto alle mamme con bambini e a chi frequenta lo stabilimento da una vita», spiega ancora Giorgi. La richiesta, come era prevedibile, è di gran lunga superiore alla disponibilità degli spazi e per molti non c’è estate senza qualche ora al Pedocin.
Inevitabili, come si diceva, le proteste scatenate anche sui social. C’è chi chiede venga ridotta la finestra temporale consentita agli abbonati per confermare la presenza, chi invece punta a un contingentamento meno rigido degli accesi e pure chi, come ad esempio Aldo Predonzano, avanza una provocazione: «Vista l’eccezionalità della situazione e visto il fatto che questa emergenza ci ha abituato a stravolgere molte abitudini, perché non prevedere lo sconfinamento delle donne nella parte degli uomini?». Un’idea che sembra sfidare abitudini epocali, ma che invece Giorgi non esclude di adottare come ultima spiaggia. «Il progetto – spiega l’assessore, che si è speso particolarmente proprio per consentire la riapertura del Pedocin – è già sul tavolo nel caso i 50 posti in più ricavati nella sezione femminile non bastino. L’ipotesi è quella di utilizzare lo spazio che arriva fino alla prima doccia degli uomini, utilizzando dei new jersey e una rete per creare comunque una separazione. Ci sarebbe un accesso dedicato e non si andrebbe ad incidere sul numero di posti garantiti agli uomini».
Da oggi insomma, mentre attendono in fila, gli habitué del Pedocin avranno di cosa discutere. –
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