No del Ministero all'abbattimento della Tripcovich. Furia Dipiazza: "Uno sgarbo vergognoso"

"Show" del sindaco in consiglio comunale: "Fino a oggi ero orgoglioso di appartenere a questo Paese, oggi non più. Darei le dimissioni e me ne andrei dall'Italia. Hanno fatto una cosa vergognosa"  
Lasorte Trieste 17/10/18 - Sala Tripcovich, Transenne, Lavori
Lasorte Trieste 17/10/18 - Sala Tripcovich, Transenne, Lavori

TRIESTE A sorpresa, da Roma arriva il niet all’abbattimento della Sala Tripcovich e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza va su tutte le furie, in un intervento al veleno stamattina in Consiglio comunale.

Il Ministero dice no all'abbattimento della Tripcovich: la furia del sindaco di Trieste in aula

«Fino a stamattina ero orgoglioso di appartenere a questo Paese – ha esordito il primo cittadino – e sono felice di aver fatto quello che ho fatto, nella mia vita da sindaco. Ma oggi darei volentieri le dimissioni e me ne andrei da questo Paese, perché quando vado a Roma c’è da vergognarsi a essere italiani: buche, autobus che prendono fuoco, una situazione ingovernabile. Bene, questi signori – e questa è una vergogna del Paese, per la prima volta auguro a questi signori qualcosa di male – hanno bocciato l’abbattimento della Tripcovich dopo che la Soprintendenza di Trieste e regionale aveva dato il benestare». 

L’iter per demolire la Sala Tripcovich trova un ostacolo: la palla al ministero
La Sala Tripcovich, che il Comune vuole abbattere

«Lo trovo vergognoso: una di quelle cose che non ti aspetti – ha proseguito Dipiazza – . La nostra città è tenuta in una certa maniera, che è orgoglio di noi tutti, credo. Proprio quelli che hanno le città in quelle condizioni poi ci impongono. Farò una seria riflessione ma uno sgarbo così da parte di chi non ci conosce, peraltro tramite una lettera pesantissima di insulti verso l’amministrazione, non me l’aspettavo. Visto che non sono nato ieri, immagino che qualcuno abbia agito: non che il Ministero sapesse di una nostra vecchia stazione delle corriere. Studierò con gli uffici che cosa possiamo fare. Ma in questo momento non mi sento di appartenere alle leggi romane».

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