«No degli agenti all’orario esteso su tutte le 24 ore»
TRIESTE La dotazione delle armi sovraespone dei lavoratori che non sono certo stati arruolati per questo. Ecco, in breve, dove nasce il secco “no” all’armamento della polizia locale espresso dalla Cgil, che giovedì scorso ha indetto, insieme a Cisl e Uil, l’assemblea degli agenti raccogliendo il mandato di esprimere la loro contrarietà di fronte all’amministrazione e all’opinione pubblica. «All’assemblea era presente la quasi totalità degli agenti che lavorano su strada (un’ottantina rispetto ai 200 che fanno parte del corpo di polizia locale, ndr) – spiega Serena Miniussi della Cgil –. L’assemblea ha fatto emergere due criticità. Primo, gli agenti non sono d’accordo sull’estendere l’orario di operatività a 24 ore, eliminando la chiusura notturna che oggi va dalle 2 alle 7 di mattina. La legge regionale 10 del 2016 in materia di ordinamento della polizia locale prevede infatti, ed ecco il secondo neo, l’armamento degli agenti nel caso in cui l’orario di servizio vada a coprire, su diversi turni, l’intero arco delle 24 ore».
I motivi del “no” sono molteplici. «Questi lavoratori sono stati assunti con procedure concorsuali che prevedevano un certo tipo di funzioni e di orario di svolgimento del servizio. Tanto per dirne una, sono stati ammessi al concorso anche gli obiettori di coscienza che sono per loro natura contrari all’utilizzo delle armi. Non vediamo perché alle donne non possa essere chiesto se sono d’accordo o meno sull’uso delle armi... E poi, da quanto è emerso, nessuno di loro ha alcuna volontà di utilizzare un’arma. V’è di più. In generale, a Trieste, l’età media degli agenti è elevata. Riteniamo dunque doveroso che l’amministrazione comunale sia fin da ora consapevole del parere contrario emerso dall’assemblea e che valuti, nel caso intenda proseguire verso l’armamento della polizia locale, alcuni percorsi di uscita dai servizi operativi per dare la possibilità a quanti non vogliono utilizzare la pistola di essere inseriti nei ruoli amministrativi del corpo».
Tutto è partito il 28 agosto scorso, quando il comandante Sergio Abbate ha istituito una “commissione tecnico consultiva per la stesura dell’integrazione al regolamento speciale del corpo per le finalità relative all’armamento della polizia locale”. In gergo, viene chiamata commissione “vestiario”, e si occupa di sentire il parere di esperti conoscitori delle armi per dare al comandante le indicazioni su quale arma sia meglio far adottare. «Inizialmente siamo stati esclusi dalla commissione - riprende Miniussi - poi alcuni dei nostri sono riusciti a entrare come rappresentanti per monitorare la situazione. Nel momento in cui si istituisce una commissione di questo tipo, crediamo ci sia qualcosa di molto concreto, al di là della propaganda...». (el.pl.)
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