«No al Gay pride». Tensione a Spalato

L’Iniziativa civica si appella ai cittadini: «Sabato non facciamo sfilare gli omosessuali». Gli organizzatori chiedono aiuto
Di Andrea Marsanich

SPALATO. Ormai è diventato un caso nazionale e sono in tanti ad essere con il fiato sospeso per vedere cosa accadrà. Sabato prossimo, 9 giugno, è previsto lo svolgimento del Gay pride a Spalato, città che già l’anno scorso era stata al centro di polemiche per gli incidenti che avevano caratterizzato la marcia dell’orgoglio omosessuale. Si erano viste brutte scene, episodi di violenza e purtroppo anche quest’anno il Gay pride spalatino rischia di trasformarsi in un’arena, con centinaia di poliziotti ed elementi antigay a confrontarsi tra le vie del nucleo storico della città di San Doimo.

I partecipanti alla sfilata, o per meglio dire gli organizzatori, si sono già rivolti alla polizia e alla procura statale, chiedendo protezione dagli atteggiamenti dell’Iniziativa civica di Spalato e dal suo “Comando per la difesa delle Rive”.

L’altro giorno, i responsabili dell’Iniziativa e del Comando hanno lanciato un appello ai cittadini di Spalato, invitandoli ad impedire fisicamente che la marcia possa avere luogo. «Chiediamo agli spalatini – così nell’appello – di mettere in pratica metodi non violenti per far sì che il Gay pride non si svolga. Non vogliamo che gay e lesbiche passeggino lungo le Rive. Tutti assieme facciamo un sit–in di protesta e con i nostri corpi tuteliamo Spalato e le leggi della Repubblica di Croazia».

L’appello è stato rivolto a tutti i cittadini, a prescindere dall’appartenenza partitica, da quella etnica e religiosa. Insomma, tutti insieme appassionatamente contro le persone LGBT. Gli organizzatori, ovvero le associazioni croate Kontra, Iskorak e Domine, si sono detti dell’avviso che l’appello rappresenti un flagrante tentativo di impedire qualcosa di democratico, in cui ci si adopera per la tutela dei diritti umani.

«Siamo di fronte ad un reato, ad una vergogna – si legge nel comunicato diffuso dalle tre organizzazioni – chiediamo che la Procura statale avvii un procedimento penale nei riguardi di chi odia, pratica la violenza e diffonde menzogne».

Giorni orsono il presidente dell’Iniziativa civica spalatina, Goran Sladoljev, era giunto a dichiarare che la sventurata Antonija Bili„, la 17enne scomparsa lo scorso giugno nell’entroterra dalmata e il cui corpo non è stato ritrovato, «era da considerarsi una vittima del Gay Pride spalatino 2011».

Ciò in quanto, questa la conclusione, circa 300 agenti di polizia erano stati fatti affluire a Spalato per tutelare gli omosessuali, invece di venire impiegati nelle ricerche della giovane, scomaprsa alcuni giorni prima della sfilata. Quasi superfluo rilevare che la dichiarazione ha sollevato un vespaio di polemiche e proteste, venendo criticata da più parti per la sua assurdità e pericolosità. Intanto il vescovo di Ragusa, monsignor Mate Užini„ e don Ivan Mikleni„, il più noto commentatore tra i sacerdoti croati, hanno invitato alla calma e alla tolleranza, consigliando gli spalatini a non recarsi sulle Rive ma di passeggiare altrove o di restare a casa.

Mentre a Bruxelles si segue con attenzione quanto avviene a Spalato (tra un anno la Croazia diverrà il 28esimo Paese dell’ Unione europea), il presidente della Repubblica, Ivo Josipovi„, ha dichiarato che il Gay pride di Spalato rappresenterà un valido test per la tenuta della democrazia croata. Ultima nota: l’evento comincerà alle 14, con partenza dai Giardini, tappe nelle vie Re Tomislav e Marmont e sfilata lungo le Rive. Iniziativa civica permettendo.

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