Niente zona arancione per Grado: la calata dei turisti riempie i locali
GRADO Sole, borino e l’isola presa d’assalto già di primo mattino. Non c’erano molti dubbi a riguardo e così la richiesta del sindaco Dario Raugna, rivolta venerdì pomeriggio alla Regione, di mettere Grado nel fine settimana in “arancione”, per non far arrivare turisti e gitanti, è ben presto evaporata, facendo diventare quella missiva a Fedriga una lettera morta. Non mancano, invece, le polemiche.
L’invasione nell’isola è destinata a ripetersi anche domani, 28 febbraio, nonostante cinque bar e ristoranti siano chiusi a causa del contagio di titolare e/o personale. Coronavirus arrivato per “colpa” dei turisti? Da qui la mossa di Raugna, che puntava a fermare gli spostamenti fra comuni. Una richiesta però respinta al mittente già la sera stessa, vista la posizione espressa dal consigliere regionale Antonio Calligaris che, di fatto, invitava il primo cittadino di Grado a prendere una decisione a riguardo, assumendosi le proprie responsabilità e a non scaricarle su altri. Quest’ultima una linea che si può dire sposata dal governatore Fedriga.
Se la posizione di Raugna viene spalleggiata dal Pd, con il capogruppo in Consiglio regionale Diego Moretti, non si può dire altrettanto per gli operatori locali che rischierebbero di buttar via quanto hanno già investito acquistando prodotti in modo da essere pronti ad accogliere i turisti. E quando si parla di turisti è necessario dire che, oltre ai pendolari, si notano in questi giorni girare per Grado anche diversi austriaci e non solo.
Ma veniamo alla richiesta del sindaco Raugna che, specie in un contesto elettorale che vedrà Grado rinnovare il Consiglio comunale e la poltrona di primo cittadino, non è passata inosservata. Ecco che per Claudio Kovatsch, aspirante sindaco per il centrodestra, due sono gli aspetti da verificare in questa situazione: il monitoraggio de la necessità della vaccinazione dei residenti di una località a rischio come è Grado con le grandi affluenze di persone. «È necessario un monitoraggio serio, preciso e attento da parte di tutti, Comune compreso. La gente è preoccupata ma bisogna anche difendere gli operatori», dice l’ex commissario che oggi siede in Consiglio comunale e, sulle vaccinazioni, ha in tasca anche una proposta simile a quella avanzata, a livello nazionale, dagli albergatori. «Bisogna vaccinare tutti i gradesi anche per la protezione dei turisti . Questa iniziativa deve essere presa immediatamente – sottolinea, indicando l’ex Cinema Cristallo quale struttura per le somministrazioni – da tutti gli enti, a iniziare dal Comune e dal sindaco che devono farsi parte attiva, per arrivare alla Regione e all’Asugi».
Non le manda a dire l’altro candidato sindaco, sempre di centrodestra, Roberto Marin che annuncia di voler segnalare alla Procura per «procurato allarme» quanto dichiarato da Raugna poiché espresso sul percepito e non su dati oggettivi. L’ex sindaco e attuale consigliere comunale non accetta la posizione del primo cittadino, rilevando come sia nelle sue funzioni, in caso di grave pericolo per la salute pubblica, interdire l’accesso a Grado e non solo in alcune zone. «Il problema è che Raugna lancia il sasso e nasconde la mano, chiedendo di intervenire al presidente Fedriga e dichiarare zona rossa o arancione Grado nei fine settimana. Lo fa senza sapere – sottolinea Marin, dopo aver avuto anche dei contatti in Regione – la situazione dei contagi come da lui stesso dichiarato. Nessuno sottovaluta la cosa ma chi amministra deve infondere sicurezza e non alimentare panico. Grado non è di Raugna, avrebbe dovuto coinvolgere il Consiglio comunale». —
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