Niente voli Ronchi-Roma. Alitalia attacca: «Per noi tariffe doppie, inevitabili i tagli»
UDINE Nel giorno in cui è partito il primo volo post-Covid di Trieste Airport, il Volotea su Napoli, si complica la trattativa con Alitalia per la riattivazione di almeno uno dei quattro collegamenti giornalieri Ronchi-Roma. A metà pomeriggio una nota della compagnia comunica infatti di avere ricevuto dal gestore aeroportuale del Friuli Venezia Giulia una quotazione tariffaria per il riavvio dei collegamenti «incomprensibilmente più elevata, per un ordine di grandezza superiore a oltre il +100%, delle condizioni offerte alla concorrenza straniera». In una nota più generale diffusa via agenzia, Alitalia allarga però il tiro «alla maggioranza degli aeroporti italiani» da parte dei quali vede un «atteggiamento imperante», e fa sapere di avere trasmesso ai vertici degli organi di controllo la denuncia sulla «discriminazione economica» subìta, con conseguente «asimmetria competitiva» con le compagnie estere «che ricevono un servizio del tutto analogo». E dunque, conclude la società commissariata, il ripristino dei voli «è condizionato esclusivamente dalla velocità di risalita della domanda impattata dalla pandemia e, per l’appunto, dall’ottenimento dagli aeroporti di condizioni economiche in linea con quelle offerte alle altre compagnie».
La linea dura sorprende, dopo che il ministro Paola De Micheli, due giorni fa, aveva parlato di «disponibilità di Alitalia a negoziare nuove tratte nazionali, fatte le dovute verifiche sulla domanda che comunque è in crescita». Trieste Airport, peraltro, non replica direttamente. Non almeno sui contenuti della comunicazione. «Noi ci limitiamo a fare considerazioni di carattere commerciale e non è nostro compito approfondire qualsiasi altra questione che non riguardi la mission di uno scalo di piccole dimensioni», premette il presidente Antonio Marano prima di entrare nel merito della irrisolta questione: l’isolamento della regione nella fase della ripartenza. «Abbiamo preso atto del fatto che la rotta su Milano risultasse in perdita, e per questo fosse stata tagliata – spiega –, ma su Roma, collegamento che riteniamo profittevole, abbiamo trovato un accordo. E ci aspettavamo che venisse concretizzato». Il riferimento è all’intesa raggiunta dall’ad Marco Consalvo che prevedeva un volo su Fiumicino dal primo luglio, tre voli dal marzo 2021 e quattro dal marzo 2022, ma che Alitalia non ha poi siglato. Il motivo è una proposta tariffaria troppo alta? Trieste Airport non precisa le cifre, ma chiarisce - con Consalvo - che «le tariffe sono stabilite dai modelli regolatori dell’Art, Autorità di Regolazione dei Trasporti, e vengono preventivamente approvate dal comitato degli utenti, di fatto le stesse compagnie, Alitalia compresa. In ogni caso – prosegue – il confronto con la compagnia è stato puntuale e dettagliato sull’utile operativo del volo e sono state condivise le condizioni per garantire ad Alitalia la rotta in utile a fronte di una ripresa progressiva del numero di collegamenti giornalieri per Roma. Ci diranno che cosa è cambiato». E intanto la deputata e coordinatrice forzista regionale Sandra Savino fa sapere di avere chiesto che Marano sia «audito al più presto dalla commissione Trasporti della Camera» per fare chiarezza sul punto.
Il comunicato di Alitalia è giunto qualche ora dopo un’intervista rilasciata a Radio 1 dal governatore Massimiliano Fedriga, che informando di una «negoziazione in corso per un volo giornaliero», aveva rilanciato l’urgenza della tratta dicendosi «sorpreso da decisioni che non sono nemmeno allineate al mercato» e annotando che i voli sulla capitale «viaggiavano sempre pieni». Facendo poi un confronto con l’operato di Trenitalia, che dal 29 giugno riattiverà il Frecciarossa Trieste-Roma, Fedriga ha aggiunto: «Quello di Trenitalia è un atteggiamento più responsabile: è necessario rimettere in moto collegamenti indispensabili». —
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