«Niente vincoli sulle aperture domenicali»

Il Garante: se la legge regionale sul commercio restringe la concorrenza, prevale la norma nazionale
di Tiziana Carpinelli
«Gli enti territoriali, in presenza di una norma regionale restrittiva della concorrenza, possono disapplicarla facendo valere la più liberalizzatrice disciplina nazionale». Con una dichiarazione che non offre il fianco a dubbi interpretativi, il Garante della concorrenza e del mercato Antonio Catricalà ha consegnato al Comune il proprio indirizzo sulla questione delle aperture domenicali innescata dalla legge regionale Ciriani, varata tre mesi fa dalla giunta Tondo in materia commerciale.


«Proprio nelle scorse settimane – ha dichiarato ieri mattina il presidente dell'Antitrust - abbiamo dato una risposta formale al sindaco di Trieste, che ci aveva chiesto una pronuncia sulla questione orari dei negozi. Nella lettera, firmata dal nostro segretario generale, ricordiamo la segnalazione inviata a tutte le Regioni - compreso dunque il Friuli Venezia Giulia - in cui si invitano appunto Regioni ed enti locali a rimuovere le norme restrittive della concorrenza in materia di apertura degli esercizi commerciali. In quella segnalazione peraltro ricordiamo che gli enti territoriali, in presenza di una norma regionale restrittiva della concorrenza, possono disapplicarla facendo valere la più liberalizzatrice disciplina nazionale. In pratica, dunque, il Comune di Trieste può deliberare senza tenere conto dei vincoli previsti dalla legge regionale».


Un invito esplicito, quindi, a produrre un atto comunale che autorizzerebbe la regolamentazione autonoma del settore. Interpellata in merito, ieri mattina l’assessore comunale al Commercio Marina Vlach ha in prima battuta replicato: «Stiamo ancora aspettando di ricevere la risposta del Garante».


Messa però davanti al fatto che l’Antitrust aveva inoltrato le proprie osservazioni già lo scorso 2 febbraio, quindi una decina di giorni fa, Vlach si è corretta: «Gli uffici stanno valutando la lettera per vedere in che misura quelle disposizioni possano essere applicate alla nostra realtà. Sarà il sindaco, comunque, a esprimersi in merito, posto che è stato lui a richiedere l’intervento di Catricalà. Io non intendo dare alcun giudizio.


Ripeto: sarà la giunta, collegialmente, a deliberare un eventuale atto d’indirizzo, non io che sono l’assessore al commercio». Vlach scarica la patata bollente al sindaco, con evidente desiderio di tenersi lontana da una questione che è sì prettamente normativa, ma investe aspetti squisitamente politici.


Le implicazioni della risposta giunta da Roma sono rilevanti. Il solco tracciato dal Garante potrebbe slegare i laccioli entro i quali l'attività dei centri commerciali posti fuori del perimetro storico cittadino è stata fino a oggi compressa. La Ciriani infatti impone a tali esercizi di tenere aperto solo 25 domeniche all'anno, oltre alle quattro di dicembre. Sancendo l’ulteriore penalizzazione - già sperimentata lo scorso 6 gennaio - della chiusura obbligata durante le cosiddette «feste comandate»: 1 e 6 gennaio, Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1 novembre, 25 e 26 dicembre.


Un problema economico di non trascurabile entità per realtà quali Le Torri o il Giulia, che hanno tutto l'interesse a tenere accesa l’insegna durante le festività al pari dei titolari di supermercati situati nella cintura periferica. Per contro, i dettaglianti attivi nell'area storica (di recente estesa dall'assessorato comunale al Commercio) possono tenere aperto tutto l'anno.


Di fronte alla palese disparità venutasi a creare, il sindaco Roberto Dipiazza ha deciso tempo da di scrivere al Garante. L'Antitrust ha inviato a Trieste la segnalazione espressa sul bollettino 39 del 2008, in cui vengono formulate osservazioni sulle limitazioni alla concorrenza contenute in alcune discipline regionali (di Emilia Romagna, Lombardia e Umbria) e in regolamentazioni degli enti locali in materia di apertura degli esercizi commerciali al dettaglio.

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