Niente studio né lavoro per il 18% degli under 30
TRIESTE In Friuli Venezia Giulia i Neet (Not engaged in education, employment or training), ovvero i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, sono passati dall'11,95% del 2008 al 18,29% del 2014. Nella provincia di Trieste si stima siano 5283 soggetti, il 18,3% della popolazione dai 15 ai 29 anni.
È quanto risulta da un’approfondita indagine svolta dall’Osservatorio provinciale Politiche Sociali e dal servizio per l'impiego della Provincia. La ricerca, intitolata “Giovani e lavoro” e presentata ieri dagli assessori provinciali Roberta Tarlao e Adele Pino, dall'assessore regionale Loredana Panariti, e dai ricercatori dell'Irsses, mira a far luce sulle motivazioni e le caratteristiche del fenomeno dei Neet nel territorio triestino partendo dall'esperienza dei partecipanti al progetto Garanzia Giovani.
«Se è innegabile che la crisi economica abbia impattato enormemente su questa fascia d'età - spiega il ricercatore Gabriele Blasutig - è altrettanto vero che quello dei Neet è un universo variegato, che include sia giovani poco scolarizzati sia laureati. La crisi occupazionale ha impattato sulle scelte formative dei giovani: si è fatta strada in molti la convinzione che studiare serva a poco, con il rischio di un depauperamento qualitativo delle risorse umane a disposizione del nostro sistema. L'allontanamento del momento in cui i giovani vedono consolidarsi la propria posizione lavorativa, poi, condiziona inevitabilmente i progetti di autonomia di questi ragazzi, che tendono a rimanere fino a tarda età a casa dei genitori. Ed è forte per loro il rischio di rimanere intrappolati in lavori precari e privi di prospettive di crescita professionale».
Ad analizzare i dati infatti salta subito all'occhio come il 78,6% dei ragazzi Neet e il 62,2% delle ragazze continui a vivere a casa dei propri genitori e il 68,8% degli intervistati affermi di ricevere un supporto economico dalla famiglia d'origine. Circa la metà dei Neet intervistati ha un diploma di scuola superiore, meno del 20% ha un diploma di licenza media, il 6% una laurea triennale e l'11,6% una laurea specialistica.
Tra i Neet il 38,7% ha interrotto gli studi senza conseguire il titolo e per il 26,2% si è trattato di una scelta dettata dalla mancanza di un’adeguata disponibilità economica. Sono ben il 43,1% i Neet che negli ultimi due anni hanno partecipato a un tirocinio o una work experience: il rischio, dicono i ricercatori, è quello di collezionare un gran numero di esperienze di questo tipo prima di riuscire ad entrare stabilmente nel mercato del lavoro.
Per quanto riguarda il rapporto degli intervistati con il mercato del lavoro, il 33,8% del campione dichiara di non aver mai lavorato negli ultimi due anni. Tra quelli che un lavoro l'hanno trovato, invece, abbonda la precarietà: il 27,5% è stato retribuito con voucher, il 25,5% ha lavorato in nero, il 17,6% con un contratto a chiamata o intermittente.
Non trovare lavoro condiziona autostima e fiducia e quando i giovani sono chiamati a dare un giudizio sulle opportunità lavorative offerte dal territorio triestino ben il 74,3% ritiene che siano poche e l'11,8% addirittura che non ve ne siano. Ma sono in tanti quelli disposti a muoversi pur di trovare lavoro: il 35% si sposterebbe anche al di fuori dell'Europa e solo il 9,3% dichiara che non sarebbe disposto a spostarsi.
Tra i giovani intervistati, che già partecipano al progetto Garanzia Giovani, emergono comunque alcuni segnali che inducono all'ottimismo: sono ragazzi che credono ancora nel proprio futuro e aspirano alla propria realizzazione professionale, sono disponibili a spostarsi e a svolgere un lavoro autonomo e usano molteplici canali di ricerca del lavoro.
I dati ottenuti da questa ricerca, dice l'assessore Loredana Panariti, serviranno ora per ricalibrare le strategie di politiche per il lavoro della Regione, concentrandosi sulla profilatura dei singoli soggetti e su una formazione e un orientamento sempre più personalizzato, oltre a potenziare le risorse per le esperienze all'estero e a continuare a sostenere, tramite il programma Imprenderò, i progetti di lavoro autonomo.
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