Niente ristori da Roma se con la stessa società hai aperto più attività

Il caso di un triestino rimasto a secco nonostante lo stop forzato  del suo bar-pizzeria. «Il motivo? Possiedo anche un market» 

TRIESTE Ristori per molti ma non per tutti, e una modalità di erogazione degli aiuti che penalizza alcune categorie. È la denuncia di un imprenditore triestino, che per il suo bar-pizzeria, finora non ha ottenuto nessun tipo di sostegno economico, a fronte di una chiusura dell’attività durante il lockdown e delle conseguenti difficoltà patite un po’ da tutto il settore.

«Dall’inizio della pandemia la mia azienda, che si occupa di ristorazione, con un bar-pizzeria in città, non ha ricevuto alcun ristoro dallo Stato - racconta Franco Troise -. E questo perché, secondo i loro criteri, io non avrei avuto una perdita di fatturato, perché la mia attività, nella stessa ragione sociale, comprende anche un supermercato, che si trova a Fernetti, e che durante l’emergenza Covid-19, come tutti gli altri market e negozi di prodotti alimentari, non è stato mai chiuso. È un’ingiustizia».

Un sostegno economico dovuto, secondo il titolare, visto che comunque il locale, con 15 dipendenti, ha perso nel 2020 una grande fetta di fatturato e che, anche con il nuovo stop durante le festività natalizie, dovrà fermarsi ancora. «Il governo - prosegue - avrebbe dovuto tenere conto del singolo codice Ateco di categoria, come per l’altro accade quando vengono commissionati, ad esempio, gli studi di settore, ma così, purtroppo, non è stato».

E in questa situazione, secondo Troise, si trovano sicuramente anche altri imprenditori, in tutta Italia. «Se ne parla da un po’, ma al momento non vedo soluzioni in arrivo, e nel frattempo mi sono rivolto a un avvocato, per tutelarmi e soprattutto per riuscire a trovare una riposta e a far valere i miei diritti. Anche considerando che non siamo ancora usciti da una situazione di emergenza che continua, così come proseguiranno i disagi per chi lavora nel mondo della ristorazione. Ricordiamo inoltre - aggiunge - che l’ attività che ha subito le restrizioni legate al Covid-19, quella appunto del bar-pizzeria, riscontra i maggiori costi, tra dipendenti, contributi e altri adempimenti, necessari, quindi è quella più bisognosa di ristori, che invece, al momento, non vengono erogati. Serve chiarezza e certezza, per poter proseguire serenamente il lavoro». —

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